di Maurizio De Giovanni
Trama: Il talento infinito, l'amore del pubblico, la devozione delle donne, l'amicizia dei potenti: e Arnaldo Vezzi, il più grande tenore del suo tempo, crede di essere un dio. Quindi si prende quello che vuole, se ne serve e lo getta via; calpesta cuori e anime; deride, distrugge. Tutto deve essere suo, nulla gli si può rifiutare. Ma un dio può non essere immortale.
Recensione: Ho deciso di iniziare questa serie senza
leggere la trama. Un piccolo esperimento, volevo in qualche modo essere
travolta dalla storia e dai personaggi senza sapere a cosa sarei andata
incontro.
Ci troviamo a Napoli nel 1931, il tenore Arnaldo Vezzi
viene trovato morto nel suo camerino del teatro San Carlo. A indagare ci sono
il commissario Ricciardi, il suo collega brigadiere Maione e la squadra mobile
della questura di Napoli.
Arnaldo era un uomo conosciuto in tutto il mondo,
amico del Duce e con un carattere rude e arrogante. Ed era proprio il suo modo
di porsi con le persone che complica il lavoro di Ricciardi, perché in molti
avrebbero potuto e voluto ucciderlo.
Il teatro San Carlo viene chiuso e tutte le persone
che sono entrate in contatto con Arnaldo Vezzi, o che lavoravano a stretto
contatto con lui, ora devono essere interrogate.
Quello che mi ha colpito maggiormente è stato il fatto
di ritrovarmi in una Napoli del '31, cosa che non mi aspettavo minimamente.
Ricciardi non è come gli altri commissari che ho incontrato in vent'anni di lettura
thriller e gialla, lui fa una vita molto semplice, non ha una famiglia ma
quando rientra a casa dal lavoro c'è la sua tata novantenne ad aspettarlo e ad
accudirlo come se fosse un bambino.
Tutti i capitoli dove incontriamo Rosa sono di una
tenerezza inaudita. Qui il vero Ricciardi esce allo scoperto, mangia i fagioli
preparati da lei, anche se a lui non piacciono e prima di chiudere la porta
della sua camera si assicura che lei stia dormendo.
Però fuori indossa una maschera scura, nessuno lo
conosce realmente a parte Maione, il suo collega, perché Ricciardi nasconde un
segreto: riesce a vedere gli ultimi istanti di vita della persona uccisa.
Quelle immagini le vede come un flash, durano qualche
secondo ed è anche grazie a questo che riesce a trovare e analizzare diverse
piste per scoprire chi è l'assassino.
In questo caso, considerando l'anno, non ci sono
elementi alla CSI ma si tratta di un semplice giallo, interrogare tutti,
cercare l'elemento che non combacia, indagare e scoprire la verità. L’autore
accompagna il lettore per questa storia, indaga insieme a lui e si scoprono
piccoli particolari che aiutano a capire chi è l’assassino, starà a noi decidere
se provare a risolvere l’enigma con gli indizi oppure farci accompagnare dalle
parole e dalla storia fino alla conclusione del libro e dell’indagine.
Devo dire che mi sono buttata a capofitto su questo
libro, attratta soprattutto dalle descrizioni, tante volte ci viene raccontato
un solo particolare ma molto significativo. Qui siamo in una Napoli del dopo
guerra, l’autore riesce a farci sentire la povertà e come le persone trovavano
la forza per andare avanti. Una città diversa da quella che vediamo in
televisione o passeggiando per le sue strade e devo ammettere che sono rimasta
affascinata da come è stata dipinta in questo libro. Penso che non sia facile
ambientare un libro in una città meravigliosa ma in un periodo storico buio ma
De Giovanni è riuscito perfettamente a cambiare volto alle strade e alle persone
rendendola una grottesca città del dopo guerra. Una Napoli colorata di grigio
così come l'anima di Ricciardi.
Lui è uno di quei personaggi che, anche se molto
schivo, vorresti come amico. Un amico letterario che non vedi l'ora di
rincontrare per scoprire altri particolari della sua vita.
"Ma Ricciardi aveva capito, ben prima di studiarlo
sui libri, che il delitto è la faccia oscura del sentimento: la stessa energia
che muove l'umanità la devia, fa infezione e suppura esplodendo poi
nell'efferatezza e nella violenza."
Voto: 5/5
Consigliato: Sì! Anche voi vi innamorerete di questo personaggio.
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