lunedì 10 dicembre 2018

FIORI SOPRA L'INFERNO DI ILARIA TUTI (NO SPOILER)

FIORI SOPRA L'INFERNO
di Ilaria Tuti


           



TRAMA: «Tra i boschi e le pareti rocciose a strapiombo, giù nell’orrido che conduce al torrente, tra le pozze d’acqua smeraldo che profuma di ghiaccio, qualcosa si nasconde. Me lo dicono le tracce di sangue, me lo dice l’esperienza: è successo, ma potrebbe risuccedere. Questo è solo l’inizio. Qualcosa di sconvolgente è accaduto, tra queste montagne. Qualcosa che richiede tutta la mia abilità investigativa.
Sono un commissario di polizia specializzato in profiling e ogni giorno cammino sopra l’inferno. Non è la pistola, non è la divisa: è la mia mente la vera arma. Ma proprio lei mi sta tradendo. Non il corpo acciaccato dall’età che avanza, non il mio cuore tormentato. La mia lucidità è a rischio, e questo significa che lo è anche l’indagine.
Mi chiamo Teresa Battaglia, ho un segreto che non oso confessare nemmeno a me stessa, e per la prima volta nella vita ho paura.»

RECENSIONE: Solitamente appena finisco un libro mi metto subito a scrivere la recensione o almeno scrivo qualche elemento che ritengo importante ma oggi no, non con questo libro.
Questa volta ho lasciato macerare le mie sensazione, ho voluto assaporare gli ultimi capitoli letti tutti d'un fiato, non volevo staccarmi dalla storia e dalla bambagia che è riuscita a creare l'autrice perché sono riuscita a ritrovarmi a casa.
Era da tanto che non leggevo un thriller di questo tipo. La trama è semplice e lineare, anche se ci sono dei flashback la storia si può considerare un classicissimo thriller poliziesco. Trovano un cadavere e la polizia indaga.
Semplice no?
No, e penso che sia proprio questo la forza del libro. Contornati da questa storia ci sono dei personaggi incisivi, nulla è lasciato al caso e le sfumature di carattere che è riuscita a creare Ilaria Tuti sono spettacolari.
Teresa Battaglia è la protagonista e lavora nella polizia di un piccolo paese disperso nelle montagne. Come va di moda negli ultimi anni non si crea più un semplice ispettore che fa le indagini ma si cerca di trovare qualcuno con un problema, può essere in sedie a rotelle, avere una malformazione o una malattia,  in questo caso (e non faccio spoiler) il "problema" di Teresa non disturba, non sembra messa a caso come in altri personaggi ma sembra studiata, come se questo personaggio potremo incontrarlo mentre andiamo a fare la spesa o una passeggiata.
Nei thriller si tende sempre a lasciar da parte le descrizioni superflue come una casa, un bosco ecc... elementi che non servono alla storia ma ne delineano il contorno eppure l'autrice non ha pensato di lasciar da parte queste descrizioni.
Per tutti voi che leggete la recensione ma non avete ancora letto il libro fate attenzione, ad un certo punto tutto diventa vivido.
Avete presente il profumo del bosco di prima mattina, quando il suolo è ricoperto da una leggera foschia e gli aghi di pino sprigionano tutto il loro odore?
Quando fate una passeggiata e sentite il vento tra le chiome degli alberi e udite quel fischio lontano?
Quando il sole tramonta dietro gli alberi e il colore che vedrete non sarà mai più lo stesso perché ogni giorno regala una nuova atmosfera?
Riuscirete a trovare tutto questo mentre leggete e non importa se sarete in attesa dal medico o sdraiati al calduccio a casa, questi profumi e sensazioni vi raggiungeranno.
Ogni parola sembra ricercata, come se quella frase doveva essere esattamente così. Mi capita spesso di pensare ad un personaggio o luogo che non mi convincono e che lo avrei preferito in modo diverso ma con questo libro no.

Un esordio fantastico e Teresa sarà una cara amica che avrò il piacere di ritrovare anche nei prossimi libri.

Voto: 5/5

SE ANCHE TU AMI I LIBRI SOSTIENI LA MIA PASSIONE
 CON UN SEMPLICE MI PIACE. GRAZIE.


domenica 9 dicembre 2018

IL THRILLER DELLE 5- COME SUPERARE IL BLOCCO DEL LETTORE


Il blocco del lettore è una delle cose peggiori che possa capitare a chi ama leggere, tranne quando presti un libro e ti ritorna tutto rovinato o non ritorna proprio.

Perché ogni tanto capita di bloccarci e non riuscire a trovare interessante nessun libro, anche quelli che tutti ci consigliano?
Le ragioni sono molteplici ma quelle principali sono: stress, problemi personali, noia. In pratica è tutto nella nostra testa.

                                         

Qui di seguito do 6 consigli su come sbloccarsi:

1- Avete provato ad aprire 10 libri, iniziarli, arrivare al 4° capitolo e richiuderlo perché non vi prende, non entrate subito nella storia o la protagonista la trovate antipatica.
La soluzione è semplice. Provate a staccare dalla lettura. Prendetevi una pausa e cercate di fare altre cose. Iniziate una nuova serie televisiva oppure cercate qualche film che vi possa lasciare interdetti!
Un bel thriller psicologico o anche una commedia.
Tenete i libri a macerare nella vostra libreria e per una settimana cercate di non pensarci.
Più vi accanite e più non troverete la storia adatta a voi.
                   

2- Avete passato la settimana senza pensare ai libri? Non ci credo! Quando ami follemente la lettura è difficile a non pensare a qualche nuovo libro o a non entrare in una libreria!
Ma qui arriva la parte bella!
Andate in libreria e scegliete un libro!
Ma non dovete assolutamente fare come il solito. Se siete abituati a leggere Romance non dovete fiondarvi in quel reparto, così come non dovete farlo per nessun genere!
Entrate e cercate di avvicinarvi ad un genere che solitamente non leggete (non che odiate o che nemmeno sotto tortura leggeresti).
Questo può essere un motivo in più per scoprire nuove storie.
 
                                               

3- Amate i thriller e come me non volete spaziare in nessun altro genere?
Benissimo. Fate mente locale su che sottogenere preferite. Poliziesco? Medical? Fantastico?
Ora cercate un sottogenere thriller che non avete mai letto.
Io consiglio sempre il thriller psicologico perché ha un tipo di trama e struttura che aiuta a sbloccarsi però ci sono altri autori che spesso non vengono considerati perché si pensa che siano prolissi o non nelle proprie corde.
Leggete un libro di Grisham! Cosa?? ma che palle, uno in tribunale che usa paroloni incomprensibili? Non è questo il caso. In pochi vi cattureranno come Grisham. Le storie sono interessanti e non per forza ruotano intorno al tribunale. La scrittura è talmente scorrevole che senza rendervene conto arrivate a pagina 100 e vi chiederete com'è possibile.
Un'altra autrice assolutamente da prendere in considerazione è Mary Higgins Clark. I suoi thriller vi avvolgono e difficilmente riuscirete a districarvi dai suoi personaggi. 

                                   

4- Provate a rileggere un libro che avete amato nel passato. Prima di tutto potete riscoprire elementi che in precedenza vi erano sfuggiti. In questo caso la rilettura potrà aiutarvi a incontrare personaggi a voi familiari e vi ritroverete a casa!

                                         

5-Avete pensato di leggere un classico?
Può sembrare banale ma i classici sono un aiuto per il blocco! Naturalmente cercate qualche classico che non sia definito un mattone, altrimenti non ve la caverete più.
Io vi posso suggerire un classico che piace a tantissime persone: Il conte di Montecristo.
Un libro che amerete e sono sicura che il numero di pagine non vi fermerà.
       
                                           

6- Provate a leggere un libro di racconti. In commercio ce ne sono tantissimi. Solitamente sono lunghi 20/30 pagine così non sarete obbligati a proseguire il libro se non vi piace ma avrete finito almeno un racconto. In più, essendo breve riuscirete facilmente ad essere coinvolti nelle spire della storia e forse questo vi farà riaccendere la fiamma della voglia di leggere!

                                             

giovedì 6 dicembre 2018

IL GIOCO DEL SUGGERITORE DONATO CARRISI (NO SPOILER)

IL GIOCO DEL SUGGERITORE

di Donato Carrisi



Trama: La chiamata al numero della polizia arriva verso sera da una fattoria isolata, a una quindicina di chilometri dalla città. A chiedere aiuto è la voce di una donna, spaventata. Ma sulla zona imperversa un violento temporale, e la prima pattuglia disponibile riesce a giungere soltanto ore dopo. Troppo tardi. Qualcosa di sconvolgente è successo, qualcosa che lascia gli investigatori senza alcuna risposta possibile – soltanto un enigma. C’è un’unica persona in grado di svelare il messaggio celato dentro al male, ma quella persona non è più una poliziotta. Ha lasciato il suo lavoro di cacciatrice di persone scomparse e si è ritirata a vivere un’esistenza isolata in riva a un lago, con la sola compagnia della figlia Alice. Tuttavia, quando viene chiamata direttamente in causa, Mila Vasquez non può sottrarsi. Perché questa indagine la riguarda da vicino. Più di quanto lei stessa creda. Ed è così che comincia a prendere forma un disegno oscuro, fatto di incubi abilmente celati e di sfide continue. Il male cambia nome, cambia aspetto, si nasconde nelle pieghe fra il mondo reale e quello virtuale in cui ormai tutti trascorriamo gran parte della nostra vita, lasciando tracce digitali impossibili da cancellare. È un gioco, ed è soltanto iniziato. Perché lui è sempre un passo avanti. 

Recensione: Ci sono recensioni difficili da scrivere...e questa è una di quelle. Chi mi conosce sa che amo i libri di Carrisi. Posso dire che finalmente anche in Italia ci sono thriller psicologici che mi lasciano sbalordita,  che dopo aver finito il libro mi viene voglia di stare in un angolo perché abbandonare i personaggi mi dispiace. 
Prima di tutto voglio parlare della trama che si trova nel libro. Diciamo che sembra un buon lavoro della casa editrice per attirare nuovi lettori. Hanno scelto un piccolo fatto scatenante della storia ma non la principale. Non si accenna del filone principale della storia.

Dopo la morte della famiglia viene fermato un criminale grazie ad una chiamata anonima. Un uomo pieno di tatuaggi composti da numeri. Apparentemente sono senza senso ma perché Mila Vasquez viene richiamata al lavoro? Perché il giudice dice all'ex poliziotta che questo uomo aveva tatuato il suo nome sul braccio. Il libro gira intorno ad un gioco virtuale degli anni '90 ideato per diversi scopi e Mila si ritrova nuovamente a dover fronteggiare un Suggeritore.

La prima cosa che ho pensato dopo aver finito il libro è: questa è un'americanata! 

Le descrizioni. Carrisi descrive benissimo il lago e il bosco intorno alla casa dove si sono rifugiata Mila e sua figlia. Sono riuscita ad immergermi in questo luogo isolato e fantastico ma nel momento in cui bisogna descrivere in modo più inciso il gioco oppure alcuni aspetti della storia descrive tutto in poche righe dando per scontato oppure pensando di poter annoiare il lettore. Però, se alla fine il libro tratta per gran parte proprio questo aspetto perché non spiegarlo in più pagine? Essere superficiali non serve a nulla, mi ha dato le informazioni base e si è fermato lì. Mi spiace ma qui Deaver potrebbe insegnare a Carrisi molte cose per quanto riguarda le descrizioni di alcuni elementi. Se parla dell'elettricità ti spiega come funziona e tutto quello che potrebbe incuriosire il lettore!

I personaggi. Diciamo che Mila non ti entra nel cuore come personaggio forse perché neanche lei riesce a provare sentimenti, infatti è fredda anche verso sua figlia. Se per una mamma è normale abbracciare la figlia quando rientra a casa e prova freddo le le mette addosso una coperta. Per tutto il libro si sente la sua "freddezza". 
I poliziotti della centrale e il giudice vorresti prenderli a mazzate. Trattano Mila con superficialità anche se lei conosce la psiche umana in modo diverso e più profondo rispetto agli altri visto che ha sempre lavorato per i casi di persone scomparse.
Tutti gli altri personaggi che incontreremo (non faccio assolutamente spoiler!!) non sono approfonditi molto quindi scorrono velocemente senza rimanere impressi.

La storia. Secondo me ci sono molte lacune e alcuni elementi toccano il sopranaturale! In un gioco non possono esistere personaggi che hanno una propria anima. Puoi programmarlo per dire e agire in un certo modo ma non può decidere di propria volontà a fare delle azioni! e' un gioco, non è umano, è impossibile.
La storia se fosse stata più semplice e con più spiegazioni, soffermandosi sui punti salienti poteva essere vincente ma così no. Si sente che manca qualcosa, manca l'anima che trovavo negli altri libri.

Il punto vincente? I dialoghi. Dialoghi di strada, che potresti ascoltare durante una conversazione e non resi esagerati solo per un libro.

Il finale. Qui scorre tutto velocemente. I nomi e i personaggi vengono ripetuti. uno è questo ma in realtà è l'altro ma poi è questo! fine! No, non puoi buttare lì il finale. Anche qui, doveva prendere più tempo e spiegare le cose.

Alla fine questo non è un thriller. Sì, c'è l'omicidio iniziale che fa scattare la molla per tutto il resto ma è un fatto marginale e non principale! 

Forse sono stata troppo dura ma io da Carrisi mi aspetto molto di più. Questo libro va bene per un film americano o per il prossimo che vorrà girare ma non per i suoi lettori affezionati!

La nota molto positiva è che la sua scrittura inganna. Leggi 100 pagine senza rendertene conto perché sa esattamente quando mettere qualche elemento che spinge il lettore a continuare la lettura e difficilmente riesci a staccarti. 

Voto: 2.5/5




SE ANCHE TU AMI I LIBRI SOSTIENI LA MIA PASSIONE
 CON UN SEMPLICE MI PIACE. GRAZIE.


martedì 4 dicembre 2018

NESUNO MI CREDE DI MARY HIGGINS CLARK (NO SPOILER)

NESSUNO MI CREDE
di Mary Higgins Clark







TRAMA: Chi è Alexandra Moreland? Una promettente carriera di interior designer, un elegante appartamento a Manhattan, tutto il fascino dei suoi trent'anni, Alexandra si porta dentro una voragine: due anni prima, a Central Park, suo figlio Matthew è stato rapito. Da allora, lei va avanti come può, perennemente in bilico sull'orlo di un terribile precipizio. Ma proprio il giorno in cui Matthew avrebbe festeggiato il suo quinto compleanno, Alexandra fa una scoperta che la atterrisce: attraverso le sue carte di credito e i conti in banca, qualcuno sta cercando di agire in suo nome e distruggerle così la reputazione. Qualcuno che la conosce bene, e ha moltissime informazioni su di lei. E quando i media ricevono delle foto truccate, da cui si deduce che Alexandra avrebbe inscenato il rapimento, una cosa è chiara: dopo essersi impossessati della sua identità, ora stanno cercando di metterla a tacere del tutto. Perseguitata dalla stampa, controllata dalla polizia, attaccata dall'ex marito, Alexandra si ritrova così completamente sola, sostenuta soltanto dalla speranza che il figlio sia ancora vivo. È però pronta a tutto - aiutata dalla perspicace Alvira Meehan, detective dilettante - per capire chi c'è dietro l'infernale macchinazione di cui è vittima e la girandola di inganni che rischia di travolgerla. Fino a scoprire che la sua stessa vita è in pericolo e che, a scavare in certi segreti, ci si può fare molto male.
RECENSIONE: Mary Higgins Clark è una di quelle autrici che acquisti ad occhi chiusi, senza neanche leggere la trama perché sai che, in un modo o nell'altro riesce a farti innamorare, sospirare e lasciare senza fiato già dalle prime pagine.

Alexandra, dopo la morte dei suoi genitori e il rapimento di suo figlio vive una vita con il freno a mano tirato. Lavora solo per tenersi occupata e non pensare ad ogni istante a quella tragedia anche quando scopre che, sul suo conto privato, iniziano a mancare soldi o ci sono addebiti per acquisti che lei non ha mai fatto.
Questo personaggio in particolare penso sia stato descritto e raccontato in modo magistrale. Sentivo un nodo allo stomaco quando venivano descritte le sue emozioni una volta rientrata a casa, sola con gli spettri del passato che le girano attorno, mentre indossa l'accappatoio morbido per sentire il calore di suo figlio che non vede da 2 anni.
Naturalmente anche tutte le persone che incontreremo durante il libro che sono legate alla tragedia o alla protagonista sono state caratterizzate bene, basta pensare al personaggio di Alvira, una donna che faceva la cameriera in una casa di ricchi ma ha smesso dopo aver vinto 40 milioni alla lotteria eppure rimane una donna semplice e il suo unico vezzo è il parrucchiere una volta alla settimana. L'autrice non crea nessun eccesso o stereotipo con i suoi protagonisti ma cerca con la loro semplicità di renderli simpatici e "accessibili " a tutti i lettori.
Una cosa che amo soprattutto nei thriller sono le descrizioni semplici ma mirate dei luoghi. Almeno che non ci sia un cadavere è inutile prolungarsi nelle descrizioni e Mary Higgins Clark è una maestra in questo. Descrivendo la chiesa ha trovato 4/5 punti fondamentali tali da aiutare i lettori a immedesimarsi nel luogo che ha scelto, di vedere la statua descritta, sentire il tipico profumo di incenso e il brusio di sottofondo di chi prega.
.In questo libro la domanda principale è: è stata lei a rapire suo figlio oppure no è perché l'hanno rapito?
I capitoli brevi riescono a far aumentare la suspanse, più vai avanti più vuoi sapere e difficilmente riesci a staccarti dal libro.
Il finale in molti lo considerano quasi scontato ma qui, più che focalizzarsi su: chi o cosa è bello il viaggio che ci fa fare la Higgins. Tante sfaccettature della paura e del dolore che culminano in un gran finale.

Voto:5/5
Consigliato: assolutamente sì!!


SE ANCHE TU AMI I LIBRI SOSTIENI LA MIA PASSIONE
 CON UN SEMPLICE MI PIACE. GRAZIE.


domenica 2 dicembre 2018

LE VERITA' DI NUMEESVILLE DI FERRARO E DI IORIO. (NO SPOILER)

LE VERITA' DI NUMEESVILLE
di Simona Di Iorio e Ilaria Ferraro


   

Trama: Ci sono storie di cui non vorresti mai conoscere la fine, ma ricorderai per sempre come sono iniziate.

Un'intricata ragnatela di eventi avvolge le vite degli abitanti della tranquilla cittadina canadese di Numeesville e, poco a poco, rivela verità sconcertanti.
In un tetro gioco del destino, c'è chi si nasconde dietro una facciata di perbenismo, chi nega deliberatamente l'evidenza dei fatti e poi c'è Sophie Park che, privata di una promettente carriera giornalistica, scappa dalla gabbia del proprio presente. Si ritrova però ad annegare nel torbido passato della sua città natale, dove tornano a galla particolari ignorati di una morte misteriosa che l'ha segnata profondamente. La donna non ha dimenticato e si rifiuta di credere all'ipotesi di molti che si sia trattato di un suicidio, facendo di tutto per riaprire quel caso, archiviato come irrisolto dieci anni prima.
Ed è allora che una voce si solleva più forte delle altre, quella di colei che tutto sa, nonostante mai avrebbe voluto sapere.

Recensione: Quando scrivo le recensioni non parlo mai della copertina del libro perché ci sono troppe correnti di pensiero, c'è chi sceglie il libro dalla copertina (come faccio spesso io visto che è la prima cosa che noti quando navighi su internet o entri in libreria) chi invece pensa che un libro deve essere scelto solo grazie alla trama.
In questo caso, girando su facebook ho notato questa copertina diverse volte e l'ho sempre trovata affascinante, un corpo che si abbandona nell'acqua. 
Suicidio o omicidio?
Ed è proprio questa domanda che aleggia costante durante il libro.
Sophie è una ragazza semplice che ha vissuto la sua infanzia a Numeesville ma dopo il suicidio della sua più cara amica Beth lei e la sua famiglia si trasferiscono.
Solo dopo diversi anni Sophie ritorna ad abitare nella stessa casa della sua amica suicida ma nel suo cuore ci sono troppe domande. Lei ha sempre sostenuto che Beth in realtà sia stata uccisa.

Questo libro contiene molti sottogeneri di thriller con tendenti sfumature del giallo. 
Tutti i personaggi che incontriamo durante questo viaggio sono stati caratterizzati non solo dai dialoghi che coinvolgono da subito ma anche dal loro "Utilizzo" (passatemi il termine) in modo geniale.
Mentre Sophie gira per la cittadina dove aveva vissuto durante la sua infanzia ad un primo sguardo non vede differenza eppure il pub ora è gestito dal figlio del proprietario,. sono questi piccoli tocchi d'artista che hanno reso molto vivida la storia. 
Passeggiare tra le vie insieme alla protagonista e vivere le sue sensazioni.

Mentre sistema la casa dove si è trasferita i ricordi assalgono Sophia ed è qui che iniziano a comparire piccoli indizi come le lettere del diario segreto di Beth.

Chi le mette lì? C'è qualcuno che vuole aiutare Sophie a scoprire la verità oppure la sta depistando?

Leggere questo thriller è come andare sulle montagne russe. Quando ti ritrovi a leggere un capitolo più "tranquillo" poco dopo ti ritrovi dei colpi di scena che ti tengono incollati fino alla fine.

Stupendi sono i capitoli intermedi. Quello che ho amato di più è la descrizione del bosco in autunno, la mia stagione preferita. Le descrizioni del paesaggio, delle montagne riflesse nel lago, il colore delle foglie degli alberi. Le posso solo definire perfette.

Voto: 5/5
Consigliato: Assolutamente sì. Prendete questo libro, preparatevi una bella tazza di te caldo e mettetevi sotto una coperta e lasciatevi trasportare in questo viaggio incredibile in una cittadina che vorrete visitare anche voi.
SE ANCHE TU AMI I LIBRI SOSTIENI LA MIA PASSIONE
 CON UN SEMPLICE MI PIACE. GRAZIE.


martedì 20 novembre 2018

IL CREATORE DELLE OMBRE DI KEVIN GUILFOILE (NO SPOILER)


IL CREATORE DELLE OMBRE
Di Kevin Guilfoile






                               

Trama: In un futuro ipotetico, e potenzialmente non lontano, in cui la clonazione umana è pratica diffusa e legale, Davis Moore dirige un esclusivo centro per la fertilità. Non ci sono limiti alla sperimentazione, non ci sono limiti alla sua carriera, ma la battuta d'arresto arriva dalla sua vita privata. Sua figlia non c'è più, violentata e strangolata, e tutto ciò che rimane di lei è il pacchetto di indumenti personali che la polizia riconsegna alla famiglia. Ma in quella busta di plastica c'è anche il suo assassino, il suo DNA in un capello. Dove si spingerebbe un padre per scoprire l'assassino della figlia?

Recensione: Qualche settimana fa sono andata a trovare i miei genitori e nella loro libreria (che in realtà è mia perché ci sono solo i miei libri) ho trovato tanti piccoli tesori, libri che avevo letto più di dieci anni fa e altri invece che non ero riuscita ancora a leggere. Così ho deciso di prendere una bella borsa e prendere tutti i libri che desidero leggere o rileggere, e questo libro è uno di quelli. 

Cosa farebbe un genitore per il proprio figlio? Tutto. Ed è così che David Moore si comporta quando sua figlia Ann Kat viene uccisa. Quando gli effetti personali di sua figlia gli vengono recapitati a casa trova una provetta con dentro dello sperma dell’omicida ed è lì che è scattata la molla. Senza pensarci su ha deciso di utilizzare quel DNA per clonare l’assassino e poterlo vedere in faccia.
Il libro è diviso in capitoli dal titolo Justin compie…. Il bambino clonato si chiama Justin e per tutto il tempo il dottor Moore lo tiene d’occhio, cerca di capire come si comporta il bambino ma per i primi anni è difficile capire quello che potrà diventare.

Se vi aspettate di leggere un thriller dove si va alla ricerca di un assassino vi sbagliate. In questo libro un padre disperato per la perdita di sua figlia e un ragazzino clonato, molto intelligente rispetto la sua età cercano la verità.
Il punto forte sono in assoluto i personaggi, l’autore è riuscito a renderli vivi, con i loro problemi e pensieri e in alcuni momenti mi sembrava di conoscerli. Anche le descrizioni sono dettagliate. Anche se si parla di clonazione in tutto il libro non si fa cenno di termini medici complessi quindi potete stare tranquilli.

L’unico punto a sfavore del libro è che ogni volta che finiva un capitolo ci mettevo qualche secondo a capire cosa stava succedendo, i personaggi sono tantissimi, dagli investigatori privati, ai medici, alla moglie del medico ai gruppi contro clonazione fino ad arrivare alla famiglia di Justin. Guilfoile è riuscito a creare un bel mondo complesso ma senza annoiare il lettore.

Se volete leggere un thriller diverso dal solito e volete immergervi completamente in una storia vi consiglio questo libro.

Voto: 5/5
Consigliato: Sì!



SE ANCHE TU AMI I LIBRI SOSTIENI LA MIA PASSIONE
 CON UN SEMPLICE MI PIACE. GRAZIE.


sabato 17 novembre 2018

IL PERSONAGGIO: JACK LO SQUARTATORE


JACK LO SQUARTATORE




Questa settimana ho scelto un personaggio esistito veramente, un serial killer che fino a qualche anno fa non si conosceva l'identità.
Jack lo Squartatore.
Quando leggiamo un libro thriller pensiamo che tutto è finto, quando vediamo una scena di un omicidio, anche se cruento, una volta chiuso il libro non ci tocca più, eppure Jack è esistito davvero ma perché, dopo tutti questi anni la gente continua a scrivere di lui?

L'uomo ha l'ossessione di trovare sempre una risposta alle domande insolute. Quanti serial killer non sono mai stati catturati? Tantissimi, basta pensare al killer dello zodiaco. Eppure lo Squartatore ha un ceto fascino antico.

Jack lo Squartatore ha iniziato ad uccidere nel 1888 in un quartiere londinese di Whitechapel. Le morti accertate sono in tutto 5.
Il suo modus operandi è sempre stato lo stesso: donne prostitute, morte per soffocamento. Dopo mutilava i suoi corpi e asportava gli organi.




Durante il suo periodo nero un medico, Thomas Bond, cercò di creare un profilo dell'assassino. Ora parlare di profilo è un azzardo. Non dovete pensare ai telefilm che siamo abituati a vedere come Criminal Minds dove, agenti specializzati elencano le possibili caratteristiche dell'assassino per un semplice motivo: si parlerà dello studio dei serial killer solo verso la fine del 1978/1979!

Negli anni sono stati fatti molti nomi. Chi era davvero Jack lo Squartatore?
Nel 2014 è stato fatto il test del DNA su una sciarpa con del sangue rappreso trovato vicino ad una vittima.
Il nome è Aaron Kosminsky. Un immigrato polacco.

Ma davvero è lui l'assassino? Si parla di errori durante il test del DNA quindi non esiste la sicurezza assoluta e io sono convinta che la sua identità rimarrà per sempre un mistero.

CURIOSITA' SU JACK LO SQUARTATORE

        Uccideva solo durante il fine settimana.
        Il killer conosceva la medicina o comunque gli organi venivano asportati in modo corretto.
        Gli omicidi hanno degli elementi simili al primo racconto di Conan Doyle “Uno studio in rosso” uscito nel 1887.
        Nel 2006 l'università australiana di Brisbane ipotizzò, dopo analisi su alcuni DNA che Jack sarebbe in realtà una donna.
        Jack lo Squartatore ispirò Bram Stoker a creare il personaggio Dracula.

FILM CHE PARLANO DI JACK LO SQUARTATORE

Tra i film i più importanti e ricordati sono due:

      JACK LO SQUARTATORE è un film horror britannico del 1959 diretto da Robert Baker e Monty Berman. Si tratta della prima pellicola che metta in scena gli eventi degli omicidi seriali di Jack lo squartatore facendovi direttamente riferimento. La trama segue gli stilemi del convenzionale giallo "whodunit" con abituali false piste e indizi ingannevoli.


                                                      


      LA VERIA STORIA DI JACK LO SQUARTATORE (From Hell) è un film del 2001 diretto dai fratelli Hughes, tratto dal romanzo grafico From Hell di Alan Moore ed Eddie Campbell dedicato al misterioso assassino seriale Jack lo squartatore, di cui tuttora non si conosce l'identità.

                                             



LIBRI CHE PARLANO DI JACK LO SQUARTATORE

Tra i tantissimi libri ho scelto questo tre:


A Londra, nel quartiere di Whitechapel, tra l'agosto e il novembre del 1888 cinque donne vennero barbaramente uccise. La natura raccapricciante delle loro morti provocò per mesi un panico incontrollabile fra la gente, mentre il misterioso, inafferrabile autore di quegli efferati crimini è passato alla storia - e alla leggenda - come Jack lo Squartatore. Dopo più di cent'anni, finalmente la sua identità è stata svelata. Non da uno storico. Da una scrittrice. Utilizzando le più sofisticate tecnologie del XXI secolo, unite alla sua straordinaria intuizione e a una profonda conoscenza del mondo del crimine, Patricia Cornwell ha risolto un mistero che ha resistito oltre un secolo. Il più famoso serial killer della storia ha così finalmente un nome e un volto.








Il 1 settembre del 1888, nel quartiere londinese di Whitechapel, una prostituta fu ritrovata uccisa e orrendamente mutilata. Quello che sembrava un episodio isolato di inaudita ferocia, presto si rivelò l'inizio di un incubo destinato a sconvolgere la città di Londra per più di due mesi. Cinque prostitute (o forse di più) andarono incontro a una morte tremenda per mano di un misterioso assassino che nelle lettere che mandava alla polizia e ai giornali si firmava con lo pseudonimo di Jack lo Squartatore. Dopo due mesi di incredibile violenza Jack scomparve nel nulla, inghiottito da quello stesso inferno da cui proveniva (come disse lui stesso nel celebre incipit di una delle sue lettere, «From Hell», dall'Inferno).Oggi, più di cento anni dopo i fatti, esistono centinaia di teorie diverse su chi possa essere stato l'assassino di Whitechapel. Alcune hanno la coerenza delle ipotesi investigative, altre invece fanno sorridere nella loro dichiarata follia, come chi vede nel volto di Jack quello di Lewis Carroll, l'autore di Alice nel paese delle meraviglie o addirittura quello di Oscar Wilde.Ma tra le pieghe della storia, seguendo le indicazioni dell'ispettore Frederick Abberline, l'uomo che si occupò in prima persona del caso dello Squartatore, si fa strada un'ipotesi affascinante: che la vera identità di Jack sia quella di George Chapman, un barbiere di origini polacche che pochi mesi dopo la fine della catena di omicidi che sconvolse Londra emigrò negli Stati Uniti, a Jersey City. La città americana, poco dopo l'arrivo di Chapman, fu investita da un'ondata di crimini simili a quelli dello Squartatore che terminarono solo quando il nostro sospettato fece ritorno in Inghilterra. Qui Chapman passò i suoi ultimi anni di vita cambiando le sue "abitudini" e uccidendo altre tre donne con il veleno. Per questi ultimi crimini fu alla fine arrestato e processato. La fine della sua storia la scrisse una corda stretta intorno al collo sul palco di un patibolo.Jack lo Squartatore non è stato il più feroce, non il più prolifico e nemmeno il primo serial killer, ma il fatto che molti lo indichino come tale lascia riflettere. In quegli anni, l’epoca vittoriana, i mostri erano il Dracula di Bram Stoker e il Frankestein di Mary Shelley, mostri esterni, mostri altri, che rappresentavano i limiti delle esplorazioni e delle ricerche scientifiche. Con Jack per la prima volta il mostro si sposta, il mostro comincia a vivere dentro di noi. E se oggi siamo in grado di conoscere tutte le zone della terra e lo spazio, quella zona oscura che alberga nel nostro cuore è ancora sconosciuta, i suoi confini non sono tracciati, le sue vie non sono mappate. E quando sentiamo parlare di Jack lo Squartatore un tremito smuove quella parte di noi. Questa non è altro che una moderna versione della paura del buio. Se la scienza e la razionalità ci hanno spiegato tutto sulla luce e sulla sua assenza, nessuno è ancora riuscito a puntare un faro nel buio che abita la nostra anima.





La figura del serial killer che terrorizzò la Londra vittoriana ha ispirato il cinema e la letteratura. Eppure il caso non è mai stato risolto. Finora. Nel 2007, tra le carte di un celebre autore e illustratore di libri per bambini morto negli anni '30, è stato rinvenuto un dattiloscritto contenente le memorie di tale James Carnac. Lo scritto è stato analizzato da una serie di esperti e infine dato alle stampe (quest'anno) in Inghilterra. Ciò che contiene è, a dir poco, sconvolgente. Il signor Carnac racconta la propria vita, dai primi ricordi di un'infanzia malinconica, a un'adolescenza funestata dalla morte dei genitori e da una fascinazione morbosa per il sangue. La sua crescita coincide con la consapevolezza della necessità di uccidere, un istinto che Carnac cerca di dominare perseguendo una vita "normale". Finché si ritrova costretto a guardare negli occhi la belva feroce che sonnecchia in lui: non potrà mai vivere come i suoi simili, deve solo trovare il modo di appagare la sua sete di sangue recando il minor danno possibile a se stesso e alla società. Meglio allora stroncare la vita infelice di una prostituta alcolizzata e sola che non uccidere una donna nel fiore degli anni, che lascerà un vuoto incolmabile tra coloro che l'hanno amata. Omicidio dopo omicidio, l'assassino ci conduce lungo il suo cammino verso l'inferno, fino all'incidente che lo obbligherà a fermarsi e a rientrare nella società nei panni di un signore eccentrico la cui compagnia vivacizza le serate al club.

martedì 13 novembre 2018

NESSUNO MI CREDE DI MARY HIGGINS CLARK (NO SPOILER)


NESSUNO MI CREDE
di Mary Higgins Clark.





TRAMA: Chi è Alexandra Moreland? Una promettente carriera di interior designer, un elegante appartamento a Manhattan, tutto il fascino dei suoi trent'anni, Alexandra si porta dentro una voragine: due anni prima, a Central Park, suo figlio Matthew è stato rapito. Da allora, lei va avanti come può, perennemente in bilico sull'orlo di un terribile precipizio. Ma proprio il giorno in cui Matthew avrebbe festeggiato il suo quinto compleanno, Alexandra fa una scoperta che la atterrisce: attraverso le sue carte di credito e i conti in banca, qualcuno sta cercando di agire in suo nome e distruggerle così la reputazione. Qualcuno che la conosce bene, e ha moltissime informazioni su di lei. E quando i media ricevono delle foto truccate, da cui si deduce che Alexandra avrebbe inscenato il rapimento, una cosa è chiara: dopo essersi impossessati della sua identità, ora stanno cercando di metterla a tacere del tutto. Perseguitata dalla stampa, controllata dalla polizia, attaccata dall'ex marito, Alexandra si ritrova così completamente sola, sostenuta soltanto dalla speranza che il figlio sia ancora vivo. È però pronta a tutto - aiutata dalla perspicace Alvira Meehan, detective dilettante - per capire chi c'è dietro l'infernale macchinazione di cui è vittima e la girandola di inganni che rischia di travolgerla. Fino a scoprire che la sua stessa vita è in pericolo e che, a scavare in certi segreti, ci si può fare molto male.
RECENSIONE: Mary Higgins Clark è una di quelle autrici che acquisti ad occhi chiusi, senza neanche leggere la trama perché sai che, in un modo o nell'altro riesce a farti innamorare, sospirare e lasciare senza fiato già dalle prime pagine.
Alexandra, dopo la morte dei suoi genitori e il rapimento di suo figlio vive una vita con il freno a mano tirato. Lavora solo per tenersi occupata e non pensare ad ogni istante a quella tragedia anche quando scopre che sul suo conto privato iniziano a mancare soldi o addebiti per acquisti che lei non ha mai fatto.
Questo personaggio in particolare penso sia stato descritto e raccontato in modo magistrale. Sentivo un nodo allo stomaco quando venivano descritte le sue emozioni una volta rientrata a casa, sola con gli spettri del passato che le girano attorno, mentre indossa l'accappatoio morbido per sentire il calore di suo figlio che non vede da 2 anni.
Naturalmente anche tutte le persone che incontreremo durante il libro che sono legate alla tragedia o alla protagonista sono state caratterizzate bene, basta pensare al personaggio di Alvira, una donna che faceva la cameriera in una casa di ricchi ma ha smesso dopo aver vinto 40 milioni alla lotteria eppure rimane una donna semplice e il suo unico vezzo è il parrucchiere una volta alla settimana. L'autrice non crea nessun eccesso o stereotipo con i suoi protagonisti ma cerca con la loro semplicità di renderli simpatici e "accessibili " a tutti i lettori.
Una cosa che amo soprattutto nei thriller sono le descrizioni semplici ma mirate dei luoghi. Almeno che non ci sia un cadavere è inutile prolungarsi nelle descrizioni e Mary Higgins Clark è una maestra in questo. Descrivendo la chiesa ha trovato 4/5 punti fondamentali tali da aiutare i lettori a immedesimarsi nel luogo che ha scelto, di vedere la statua descritta, sentire il tipico profumo di incenso e il brusio di sottofondo di chi prega.
.In questo libro la domanda principale è: è stata lei a rapire suo figlio oppure no è perché l'hanno rapito?
I capitoli brevi riescono a far aumentare la suspance, più vai avanti più vuoi sapere e difficilmente riesci a staccarti dal libro.
Il finale in molti lo considerano quasi scontato ma qui, più che focalizzarsi su: chi o cosa è bello il viaggio che ci fa fare la Higgins. Tante sfaccettature della paura e del dolore che culminano in un gran finale.

Voto:5/5
Consigliato: assolutamente sì!!


domenica 11 novembre 2018

IL THRILLER DELLE 5- LA DIFFERENZA TRA THRILLER E GIALLO.




Buongiorno a tutti amici thrilleriani. Questa rubrica si concentra soprattutto sulla conoscenza approfondita del genere giallo/thriller/noir.

Moltissime volte quando vado in libreria o in biblioteca prendo i libri anche in base alle descrizioni sulle copertine. Per esempio: “Un thriller mozzafiato” oppure “Un thriller da non perdere”. Dopo averlo letto però capisco che non è un thriller ma semplicemente un mistery. A quanto pare la parola thriller riesce ad attirare molto i lettori ma non è giusto da diversi punti di vista.

Oggi voglio proprio parlare di questo: la differenza tra thriller e giallo.

GIALLO
                                           

Tutti noi quando sentiamo la parola giallo pensiamo subito ad Agatha Christie oppure a Conan Doyle. Loro due sono i massimi esponenti di questo genere.

La struttura del giallo è molto semplice:
-Ci sono uno o più cadaveri.
-Un poliziotto, un investigatore o anche una persona curiosa dei fatti investiga.
-La storia è disseminata di indizi così il lettore scopre man mano insieme a chi investiga le novità sul caso.
-Viene scoperto l’assassino e consegnato alla giustizia.
-Fine.

                                                 


Strutturato così può sembrare semplice o banale ma non dimentichiamoci che spesso Aghata Christie è riuscita a sorprenderci con diverse sfumature del giallo. Basta pensare a 10 piccoli indiani. Una storia che colpisce tutte le volte che si legge e che ancora oggi registi e autori prendono spunto da questo racconto.

Quindi in sostanza i libri gialli sono un accompagnamento piacevole per delle serate rilassanti ma di tutt’altro avviso è il genere thriller.

THRILLER

Di autori thriller potrei citarne migliaia e il motivo principale è che esistono diversi sottogenere:
-Noir
-Thriller catastrofico
-Thriller cospirativo
-Thriller d'azione
-Thriller di spionaggio
-Thriller drammatico
-Thriller ecologico
-Thriller erotico
-Thriller fantascientifico
-Thriller legale
-Thriller medico
-Thriller politico
-Thriller psicologico
-Thriller religioso
-Thriller soprannaturale
-Thriller tecnologico


                                   

In questo caso la storia non deve per forza iniziare con un omicidio. Ci possono essere rapimenti, storia di serial killer, bombe batteriologiche ecc…
Qui la storia può essere vista dal punto di vista del poliziotto o dell’assassino ma anche dalle vittime e non sempre la trama è lineare come nel giallo, anzi. In questo caso si cercano di utilizzare sempre diverse tecniche per attirare l’attenzione del lettore e stupirlo in maniera differente.
Qui c’è più gioco tra l’omicida e chi lo insegue. E non sempre il “cattivo” viene preso. Faccio un esempio, nei libri di Deaver con protagonista Rhyme c’è l’orologiaio, un assassino che sfugge al detective.
Un particolare non da poco è chi fa la parte del “Buono”. Fino agli anni ’90 i poliziotti erano tutti belli e tenebrosi tipo Dirk Pitt della serie di Clive Cussler. Bello, palestrato, abbronzato e perfetto in tutto ma andando avanti con il tempo gli autori hanno cercato di rendere sempre più realistici questi personaggi. Lyncon Rhyme è tetraplegico mentre Will Trent della serie di Karin Slaughter è dislessico. E qui l’importante è non solo parlare della storia principale come trovare l’assassino ma far affezionare i lettori grazie a delle sottotrame. Poi se fanno parte di una serie è bello vedere l’evolversi di alcuni personaggi principali.

In breve queste sono le differenze principali dei due filoni e successivamente ci sarà l’approfondimento di ogni singolo genere thriller, di alcuni personaggi e autori.
Buona lettura!

venerdì 9 novembre 2018

IL BACIO D’ACCIAIO DI JEFFERY DEAVER (NO SPOILER)

IL BACIO D’ACCIAIO
Di Jeffery Deaver



Trama: Amelia Sachs è sulle tracce di un killer. Lo ha individuato, anche se ancora non ne conosce l'identità, e lo sta cercando in un affollato centro commerciale di Brooklyn. Pochi, pochissimi istanti prima che la detective entri in azione, però, accade qualcosa: il pannello di una delle scale mobili cede improvvisamente, un uomo cade tra gli ingranaggi e muore stritolato dai denti metallici. Mentre Sachs si precipita in aiuto della vittima, il killer riesce a fuggire. Si è trattato davvero di una fatalità? Lincoln Rhyme, dimessosi dopo una missione andata storta, torna al lavoro nel tentativo di aiutare la famiglia della vittima a ottenere un risarcimento. Le indagini confluiranno però in un unico caso: un killer sabota i dispositivi di controllo di macchinari industriali ed elettrodomestici di uso comune, trasformandoli in armi letali. Come prevedere le prossime mosse dell'assassino? Mentre la conta delle vittime minaccia di aumentare, Sachs e Rhyme devono correre contro il tempo per svelare l'identità dell'uomo e scoprire quale sia il suo obiettivo ultimo. A coadiuvare la coppia di detective c'è anche Juliette Archer, affascinante tirocinante del celebre criminologo, come lui costretta su una sedia a rotelle. Con le sue intuizioni Juliette offrirà un contributo decisivo alla soluzione del caso.

Recensione: Ammetto che i suoi ultimi libri sono stati un’altalena di emozioni, alcune volte mi chiedevo se quelle pagine fossero state scritte realmente a lui mentre altre volte riuscivo a scorgere il vero Deaver.
Quando la mattina ho visto il libro in vetrina mi sono appostata fuori dalla libreria aspettando che aprisse. Quando la signora ha aperto la porta mi ha guardato con un sorriso enorme. Passo lì tutti i giorni per guardare le novità, sfogliare qualche pagina o semplicemente sentire il profumo della carta misto alla polvere ma quel giorno avevo fretta e senza indugiare ho acquistato il libro e mi sono messa subito sotto l’ulivo del centro commerciale a leggere… finalmente il mio Deaver era tornato.
 Rhyme non lavora più come collaboratore della polizia eppure questo caso lo spinge a ripensarci. Lui ama le sfide e questo caso lo impegna più di tutti (ma mai come l’orologiaio!).
Questa volta gli omicidi sembrano casuali all’inizio eppure, come ogni buon serial killer che si rispetti ha un piano ben preciso e colpisce quando e come vuole.
Questa volta ad essere attaccati sono tutte quelle persone che si avvalgono troppo della tecnologia e non si parla solo di computer ma di macchine intelligenti, di cucine super accessoriate e moderne che possono essere attivate semplicemente con un cellulare.
Nelle scene del crimine trovano solo delle tracce ma questa volta difficili da collocare perché sono tracce comuni e la pista diventa sempre più difficile.
Ma l’assassino davvero compie tutto questo da solo? Oppure c’è un complice?
In questo libro si intrecciano due diverse storie collegate al caso e due nuove storie collegate ai personaggi.
Rhyme inizia a collaborare con un avvocato per aiutare una famiglia per ricevere un risarcimento, ma quello si scoprirà che è stata opera di un assassino e non di un errore tecnico ed è lo stesso omicidio a cui ha assistito Amelia.
Questa volta Rhyme viene aiutata da una giovane ragazza, sua studentessa e anche lei in sedia a rotelle per un grave tumore alla spina dorsale. Finalmente conosciamo un nuovo personaggio, Juliette. Intelligente, testarda e riesce a tenere testa a uno come Lincoln… insomma sì può dire che è il suo alter ego al femminile! Ci voleva questa ventata di freschezza, una persona che ragionasse come lui e soprattutto che non può averla sempre vinta. Mi auguro di ritrovarla anche nei prossimi libri. Mentre l’altra storia privata che ci viene raccontata riguarda l’ex ragazzo di Amelia. Il poliziotto che era stato arrestato perché coinvolto in rapina. Finalmente conosciamo tutta la storia e la verità. Una volta uscito di prigione lui si presenta a casa di Amelia e chiede perdono e racconta tutto quello che era accaduto la notte del suo arresto ma in quel momento la detective ha altro per la testa, sua madre sta per essere operata e poi c’è Lincoln nella sua vita eppure lei lascia un piccolo spiraglio aperto. Ma è davvero tutto così semplice? La storia che gli ha raccontato è vera?

Questo libro è un intreccio di storie, di omicidi e di nuove e vecchie conoscenze. Deaver è riuscito a ritornare quello di una volta ma con una storia adatta ai giorni nostri piena di tecnologia e nient’altro. Davvero un bel libro che mi ha lasciato soddisfatta.

Voto: 5/5
Consigliato: sì, l’intreccio tra passato e presente riesce a coinvolgere il lettore con facilità. Molto bello.

SE ANCHE TU AMI I LIBRI SOSTIENI LA MIA PASSIONE
 CON UN SEMPLICE MI PIACE. GRAZIE.