Trama: In una torrida estate romana, un anziano
cammina nel parco di villa Sciarra, nell'elegante quartiere di Monteverde. Un
odore tremendo attira la sua attenzione. Vicino a una macchia di cespugli
scopre, con terrore, una mano mozzata. Poco più in là, gli arti amputati di un
uomo sono disposti sul terreno a disegnare una celebre formula fisica. Il
brutale omicidio turba la quiete del quartiere, ma soprattutto sconvolge
l'instabile equilibrio del commissario Ansaldi, che con il trasferimento nella
capitale sperava di aver trovato una tregua agli orrori cui ha assistito nella
sua lunga carriera in polizia. Meticoloso e sensibile, la sua grande umanità lo
porta a essere preda perfetta dell'ansia e degli attacchi di panico.
Ciononostante rimane un professionista integerrimo che davanti al dovere non si
tira mai indietro: costi quel che costi, troverà l'assassino. Ma prima dovrà
capire come creare uno spirito comune con gli agenti della sua squadra
investigativa, non meno unici e fragili di lui. Insieme, diventeranno i Cinque
di Monteverde. Con il suo stile inconfondibile, che alterna il buon umore alla
malinconia, Morlupi getta uno sguardo sugli abissi non solo di una mente
criminale, ma della nostra intera società, che nasconde in bella vista i suoi
istinti più feroci.
Recensione: leggere un libro di Morlupi è come sedersi al bar con un
caro amico, ordinare un caffè e parlare per ore senza mai annoiarsi.
Con questo libro l’autore ci porta agli esordi dei cinque di Monteverde,
ci fa fare un viaggio ne tempo nel “prima” dove impariamo a conoscere tutti
questi personaggi per la prima volta, dove le sfaccettature caratteriali sono
ancora grezze ma che riescono ad affascinare il lettore.