martedì 20 novembre 2018

IL CREATORE DELLE OMBRE DI KEVIN GUILFOILE (NO SPOILER)


IL CREATORE DELLE OMBRE
Di Kevin Guilfoile






                               

Trama: In un futuro ipotetico, e potenzialmente non lontano, in cui la clonazione umana è pratica diffusa e legale, Davis Moore dirige un esclusivo centro per la fertilità. Non ci sono limiti alla sperimentazione, non ci sono limiti alla sua carriera, ma la battuta d'arresto arriva dalla sua vita privata. Sua figlia non c'è più, violentata e strangolata, e tutto ciò che rimane di lei è il pacchetto di indumenti personali che la polizia riconsegna alla famiglia. Ma in quella busta di plastica c'è anche il suo assassino, il suo DNA in un capello. Dove si spingerebbe un padre per scoprire l'assassino della figlia?

Recensione: Qualche settimana fa sono andata a trovare i miei genitori e nella loro libreria (che in realtà è mia perché ci sono solo i miei libri) ho trovato tanti piccoli tesori, libri che avevo letto più di dieci anni fa e altri invece che non ero riuscita ancora a leggere. Così ho deciso di prendere una bella borsa e prendere tutti i libri che desidero leggere o rileggere, e questo libro è uno di quelli. 

Cosa farebbe un genitore per il proprio figlio? Tutto. Ed è così che David Moore si comporta quando sua figlia Ann Kat viene uccisa. Quando gli effetti personali di sua figlia gli vengono recapitati a casa trova una provetta con dentro dello sperma dell’omicida ed è lì che è scattata la molla. Senza pensarci su ha deciso di utilizzare quel DNA per clonare l’assassino e poterlo vedere in faccia.
Il libro è diviso in capitoli dal titolo Justin compie…. Il bambino clonato si chiama Justin e per tutto il tempo il dottor Moore lo tiene d’occhio, cerca di capire come si comporta il bambino ma per i primi anni è difficile capire quello che potrà diventare.

Se vi aspettate di leggere un thriller dove si va alla ricerca di un assassino vi sbagliate. In questo libro un padre disperato per la perdita di sua figlia e un ragazzino clonato, molto intelligente rispetto la sua età cercano la verità.
Il punto forte sono in assoluto i personaggi, l’autore è riuscito a renderli vivi, con i loro problemi e pensieri e in alcuni momenti mi sembrava di conoscerli. Anche le descrizioni sono dettagliate. Anche se si parla di clonazione in tutto il libro non si fa cenno di termini medici complessi quindi potete stare tranquilli.

L’unico punto a sfavore del libro è che ogni volta che finiva un capitolo ci mettevo qualche secondo a capire cosa stava succedendo, i personaggi sono tantissimi, dagli investigatori privati, ai medici, alla moglie del medico ai gruppi contro clonazione fino ad arrivare alla famiglia di Justin. Guilfoile è riuscito a creare un bel mondo complesso ma senza annoiare il lettore.

Se volete leggere un thriller diverso dal solito e volete immergervi completamente in una storia vi consiglio questo libro.

Voto: 5/5
Consigliato: Sì!



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 CON UN SEMPLICE MI PIACE. GRAZIE.


sabato 17 novembre 2018

IL PERSONAGGIO: JACK LO SQUARTATORE


JACK LO SQUARTATORE




Questa settimana ho scelto un personaggio esistito veramente, un serial killer che fino a qualche anno fa non si conosceva l'identità.
Jack lo Squartatore.
Quando leggiamo un libro thriller pensiamo che tutto è finto, quando vediamo una scena di un omicidio, anche se cruento, una volta chiuso il libro non ci tocca più, eppure Jack è esistito davvero ma perché, dopo tutti questi anni la gente continua a scrivere di lui?

L'uomo ha l'ossessione di trovare sempre una risposta alle domande insolute. Quanti serial killer non sono mai stati catturati? Tantissimi, basta pensare al killer dello zodiaco. Eppure lo Squartatore ha un ceto fascino antico.

Jack lo Squartatore ha iniziato ad uccidere nel 1888 in un quartiere londinese di Whitechapel. Le morti accertate sono in tutto 5.
Il suo modus operandi è sempre stato lo stesso: donne prostitute, morte per soffocamento. Dopo mutilava i suoi corpi e asportava gli organi.




Durante il suo periodo nero un medico, Thomas Bond, cercò di creare un profilo dell'assassino. Ora parlare di profilo è un azzardo. Non dovete pensare ai telefilm che siamo abituati a vedere come Criminal Minds dove, agenti specializzati elencano le possibili caratteristiche dell'assassino per un semplice motivo: si parlerà dello studio dei serial killer solo verso la fine del 1978/1979!

Negli anni sono stati fatti molti nomi. Chi era davvero Jack lo Squartatore?
Nel 2014 è stato fatto il test del DNA su una sciarpa con del sangue rappreso trovato vicino ad una vittima.
Il nome è Aaron Kosminsky. Un immigrato polacco.

Ma davvero è lui l'assassino? Si parla di errori durante il test del DNA quindi non esiste la sicurezza assoluta e io sono convinta che la sua identità rimarrà per sempre un mistero.

CURIOSITA' SU JACK LO SQUARTATORE

        Uccideva solo durante il fine settimana.
        Il killer conosceva la medicina o comunque gli organi venivano asportati in modo corretto.
        Gli omicidi hanno degli elementi simili al primo racconto di Conan Doyle “Uno studio in rosso” uscito nel 1887.
        Nel 2006 l'università australiana di Brisbane ipotizzò, dopo analisi su alcuni DNA che Jack sarebbe in realtà una donna.
        Jack lo Squartatore ispirò Bram Stoker a creare il personaggio Dracula.

FILM CHE PARLANO DI JACK LO SQUARTATORE

Tra i film i più importanti e ricordati sono due:

      JACK LO SQUARTATORE è un film horror britannico del 1959 diretto da Robert Baker e Monty Berman. Si tratta della prima pellicola che metta in scena gli eventi degli omicidi seriali di Jack lo squartatore facendovi direttamente riferimento. La trama segue gli stilemi del convenzionale giallo "whodunit" con abituali false piste e indizi ingannevoli.


                                                      


      LA VERIA STORIA DI JACK LO SQUARTATORE (From Hell) è un film del 2001 diretto dai fratelli Hughes, tratto dal romanzo grafico From Hell di Alan Moore ed Eddie Campbell dedicato al misterioso assassino seriale Jack lo squartatore, di cui tuttora non si conosce l'identità.

                                             



LIBRI CHE PARLANO DI JACK LO SQUARTATORE

Tra i tantissimi libri ho scelto questo tre:


A Londra, nel quartiere di Whitechapel, tra l'agosto e il novembre del 1888 cinque donne vennero barbaramente uccise. La natura raccapricciante delle loro morti provocò per mesi un panico incontrollabile fra la gente, mentre il misterioso, inafferrabile autore di quegli efferati crimini è passato alla storia - e alla leggenda - come Jack lo Squartatore. Dopo più di cent'anni, finalmente la sua identità è stata svelata. Non da uno storico. Da una scrittrice. Utilizzando le più sofisticate tecnologie del XXI secolo, unite alla sua straordinaria intuizione e a una profonda conoscenza del mondo del crimine, Patricia Cornwell ha risolto un mistero che ha resistito oltre un secolo. Il più famoso serial killer della storia ha così finalmente un nome e un volto.








Il 1 settembre del 1888, nel quartiere londinese di Whitechapel, una prostituta fu ritrovata uccisa e orrendamente mutilata. Quello che sembrava un episodio isolato di inaudita ferocia, presto si rivelò l'inizio di un incubo destinato a sconvolgere la città di Londra per più di due mesi. Cinque prostitute (o forse di più) andarono incontro a una morte tremenda per mano di un misterioso assassino che nelle lettere che mandava alla polizia e ai giornali si firmava con lo pseudonimo di Jack lo Squartatore. Dopo due mesi di incredibile violenza Jack scomparve nel nulla, inghiottito da quello stesso inferno da cui proveniva (come disse lui stesso nel celebre incipit di una delle sue lettere, «From Hell», dall'Inferno).Oggi, più di cento anni dopo i fatti, esistono centinaia di teorie diverse su chi possa essere stato l'assassino di Whitechapel. Alcune hanno la coerenza delle ipotesi investigative, altre invece fanno sorridere nella loro dichiarata follia, come chi vede nel volto di Jack quello di Lewis Carroll, l'autore di Alice nel paese delle meraviglie o addirittura quello di Oscar Wilde.Ma tra le pieghe della storia, seguendo le indicazioni dell'ispettore Frederick Abberline, l'uomo che si occupò in prima persona del caso dello Squartatore, si fa strada un'ipotesi affascinante: che la vera identità di Jack sia quella di George Chapman, un barbiere di origini polacche che pochi mesi dopo la fine della catena di omicidi che sconvolse Londra emigrò negli Stati Uniti, a Jersey City. La città americana, poco dopo l'arrivo di Chapman, fu investita da un'ondata di crimini simili a quelli dello Squartatore che terminarono solo quando il nostro sospettato fece ritorno in Inghilterra. Qui Chapman passò i suoi ultimi anni di vita cambiando le sue "abitudini" e uccidendo altre tre donne con il veleno. Per questi ultimi crimini fu alla fine arrestato e processato. La fine della sua storia la scrisse una corda stretta intorno al collo sul palco di un patibolo.Jack lo Squartatore non è stato il più feroce, non il più prolifico e nemmeno il primo serial killer, ma il fatto che molti lo indichino come tale lascia riflettere. In quegli anni, l’epoca vittoriana, i mostri erano il Dracula di Bram Stoker e il Frankestein di Mary Shelley, mostri esterni, mostri altri, che rappresentavano i limiti delle esplorazioni e delle ricerche scientifiche. Con Jack per la prima volta il mostro si sposta, il mostro comincia a vivere dentro di noi. E se oggi siamo in grado di conoscere tutte le zone della terra e lo spazio, quella zona oscura che alberga nel nostro cuore è ancora sconosciuta, i suoi confini non sono tracciati, le sue vie non sono mappate. E quando sentiamo parlare di Jack lo Squartatore un tremito smuove quella parte di noi. Questa non è altro che una moderna versione della paura del buio. Se la scienza e la razionalità ci hanno spiegato tutto sulla luce e sulla sua assenza, nessuno è ancora riuscito a puntare un faro nel buio che abita la nostra anima.





La figura del serial killer che terrorizzò la Londra vittoriana ha ispirato il cinema e la letteratura. Eppure il caso non è mai stato risolto. Finora. Nel 2007, tra le carte di un celebre autore e illustratore di libri per bambini morto negli anni '30, è stato rinvenuto un dattiloscritto contenente le memorie di tale James Carnac. Lo scritto è stato analizzato da una serie di esperti e infine dato alle stampe (quest'anno) in Inghilterra. Ciò che contiene è, a dir poco, sconvolgente. Il signor Carnac racconta la propria vita, dai primi ricordi di un'infanzia malinconica, a un'adolescenza funestata dalla morte dei genitori e da una fascinazione morbosa per il sangue. La sua crescita coincide con la consapevolezza della necessità di uccidere, un istinto che Carnac cerca di dominare perseguendo una vita "normale". Finché si ritrova costretto a guardare negli occhi la belva feroce che sonnecchia in lui: non potrà mai vivere come i suoi simili, deve solo trovare il modo di appagare la sua sete di sangue recando il minor danno possibile a se stesso e alla società. Meglio allora stroncare la vita infelice di una prostituta alcolizzata e sola che non uccidere una donna nel fiore degli anni, che lascerà un vuoto incolmabile tra coloro che l'hanno amata. Omicidio dopo omicidio, l'assassino ci conduce lungo il suo cammino verso l'inferno, fino all'incidente che lo obbligherà a fermarsi e a rientrare nella società nei panni di un signore eccentrico la cui compagnia vivacizza le serate al club.

martedì 13 novembre 2018

NESSUNO MI CREDE DI MARY HIGGINS CLARK (NO SPOILER)


NESSUNO MI CREDE
di Mary Higgins Clark.





TRAMA: Chi è Alexandra Moreland? Una promettente carriera di interior designer, un elegante appartamento a Manhattan, tutto il fascino dei suoi trent'anni, Alexandra si porta dentro una voragine: due anni prima, a Central Park, suo figlio Matthew è stato rapito. Da allora, lei va avanti come può, perennemente in bilico sull'orlo di un terribile precipizio. Ma proprio il giorno in cui Matthew avrebbe festeggiato il suo quinto compleanno, Alexandra fa una scoperta che la atterrisce: attraverso le sue carte di credito e i conti in banca, qualcuno sta cercando di agire in suo nome e distruggerle così la reputazione. Qualcuno che la conosce bene, e ha moltissime informazioni su di lei. E quando i media ricevono delle foto truccate, da cui si deduce che Alexandra avrebbe inscenato il rapimento, una cosa è chiara: dopo essersi impossessati della sua identità, ora stanno cercando di metterla a tacere del tutto. Perseguitata dalla stampa, controllata dalla polizia, attaccata dall'ex marito, Alexandra si ritrova così completamente sola, sostenuta soltanto dalla speranza che il figlio sia ancora vivo. È però pronta a tutto - aiutata dalla perspicace Alvira Meehan, detective dilettante - per capire chi c'è dietro l'infernale macchinazione di cui è vittima e la girandola di inganni che rischia di travolgerla. Fino a scoprire che la sua stessa vita è in pericolo e che, a scavare in certi segreti, ci si può fare molto male.
RECENSIONE: Mary Higgins Clark è una di quelle autrici che acquisti ad occhi chiusi, senza neanche leggere la trama perché sai che, in un modo o nell'altro riesce a farti innamorare, sospirare e lasciare senza fiato già dalle prime pagine.
Alexandra, dopo la morte dei suoi genitori e il rapimento di suo figlio vive una vita con il freno a mano tirato. Lavora solo per tenersi occupata e non pensare ad ogni istante a quella tragedia anche quando scopre che sul suo conto privato iniziano a mancare soldi o addebiti per acquisti che lei non ha mai fatto.
Questo personaggio in particolare penso sia stato descritto e raccontato in modo magistrale. Sentivo un nodo allo stomaco quando venivano descritte le sue emozioni una volta rientrata a casa, sola con gli spettri del passato che le girano attorno, mentre indossa l'accappatoio morbido per sentire il calore di suo figlio che non vede da 2 anni.
Naturalmente anche tutte le persone che incontreremo durante il libro che sono legate alla tragedia o alla protagonista sono state caratterizzate bene, basta pensare al personaggio di Alvira, una donna che faceva la cameriera in una casa di ricchi ma ha smesso dopo aver vinto 40 milioni alla lotteria eppure rimane una donna semplice e il suo unico vezzo è il parrucchiere una volta alla settimana. L'autrice non crea nessun eccesso o stereotipo con i suoi protagonisti ma cerca con la loro semplicità di renderli simpatici e "accessibili " a tutti i lettori.
Una cosa che amo soprattutto nei thriller sono le descrizioni semplici ma mirate dei luoghi. Almeno che non ci sia un cadavere è inutile prolungarsi nelle descrizioni e Mary Higgins Clark è una maestra in questo. Descrivendo la chiesa ha trovato 4/5 punti fondamentali tali da aiutare i lettori a immedesimarsi nel luogo che ha scelto, di vedere la statua descritta, sentire il tipico profumo di incenso e il brusio di sottofondo di chi prega.
.In questo libro la domanda principale è: è stata lei a rapire suo figlio oppure no è perché l'hanno rapito?
I capitoli brevi riescono a far aumentare la suspance, più vai avanti più vuoi sapere e difficilmente riesci a staccarti dal libro.
Il finale in molti lo considerano quasi scontato ma qui, più che focalizzarsi su: chi o cosa è bello il viaggio che ci fa fare la Higgins. Tante sfaccettature della paura e del dolore che culminano in un gran finale.

Voto:5/5
Consigliato: assolutamente sì!!


domenica 11 novembre 2018

IL THRILLER DELLE 5- LA DIFFERENZA TRA THRILLER E GIALLO.




Buongiorno a tutti amici thrilleriani. Questa rubrica si concentra soprattutto sulla conoscenza approfondita del genere giallo/thriller/noir.

Moltissime volte quando vado in libreria o in biblioteca prendo i libri anche in base alle descrizioni sulle copertine. Per esempio: “Un thriller mozzafiato” oppure “Un thriller da non perdere”. Dopo averlo letto però capisco che non è un thriller ma semplicemente un mistery. A quanto pare la parola thriller riesce ad attirare molto i lettori ma non è giusto da diversi punti di vista.

Oggi voglio proprio parlare di questo: la differenza tra thriller e giallo.

GIALLO
                                           

Tutti noi quando sentiamo la parola giallo pensiamo subito ad Agatha Christie oppure a Conan Doyle. Loro due sono i massimi esponenti di questo genere.

La struttura del giallo è molto semplice:
-Ci sono uno o più cadaveri.
-Un poliziotto, un investigatore o anche una persona curiosa dei fatti investiga.
-La storia è disseminata di indizi così il lettore scopre man mano insieme a chi investiga le novità sul caso.
-Viene scoperto l’assassino e consegnato alla giustizia.
-Fine.

                                                 


Strutturato così può sembrare semplice o banale ma non dimentichiamoci che spesso Aghata Christie è riuscita a sorprenderci con diverse sfumature del giallo. Basta pensare a 10 piccoli indiani. Una storia che colpisce tutte le volte che si legge e che ancora oggi registi e autori prendono spunto da questo racconto.

Quindi in sostanza i libri gialli sono un accompagnamento piacevole per delle serate rilassanti ma di tutt’altro avviso è il genere thriller.

THRILLER

Di autori thriller potrei citarne migliaia e il motivo principale è che esistono diversi sottogenere:
-Noir
-Thriller catastrofico
-Thriller cospirativo
-Thriller d'azione
-Thriller di spionaggio
-Thriller drammatico
-Thriller ecologico
-Thriller erotico
-Thriller fantascientifico
-Thriller legale
-Thriller medico
-Thriller politico
-Thriller psicologico
-Thriller religioso
-Thriller soprannaturale
-Thriller tecnologico


                                   

In questo caso la storia non deve per forza iniziare con un omicidio. Ci possono essere rapimenti, storia di serial killer, bombe batteriologiche ecc…
Qui la storia può essere vista dal punto di vista del poliziotto o dell’assassino ma anche dalle vittime e non sempre la trama è lineare come nel giallo, anzi. In questo caso si cercano di utilizzare sempre diverse tecniche per attirare l’attenzione del lettore e stupirlo in maniera differente.
Qui c’è più gioco tra l’omicida e chi lo insegue. E non sempre il “cattivo” viene preso. Faccio un esempio, nei libri di Deaver con protagonista Rhyme c’è l’orologiaio, un assassino che sfugge al detective.
Un particolare non da poco è chi fa la parte del “Buono”. Fino agli anni ’90 i poliziotti erano tutti belli e tenebrosi tipo Dirk Pitt della serie di Clive Cussler. Bello, palestrato, abbronzato e perfetto in tutto ma andando avanti con il tempo gli autori hanno cercato di rendere sempre più realistici questi personaggi. Lyncon Rhyme è tetraplegico mentre Will Trent della serie di Karin Slaughter è dislessico. E qui l’importante è non solo parlare della storia principale come trovare l’assassino ma far affezionare i lettori grazie a delle sottotrame. Poi se fanno parte di una serie è bello vedere l’evolversi di alcuni personaggi principali.

In breve queste sono le differenze principali dei due filoni e successivamente ci sarà l’approfondimento di ogni singolo genere thriller, di alcuni personaggi e autori.
Buona lettura!

venerdì 9 novembre 2018

IL BACIO D’ACCIAIO DI JEFFERY DEAVER (NO SPOILER)

IL BACIO D’ACCIAIO
Di Jeffery Deaver



Trama: Amelia Sachs è sulle tracce di un killer. Lo ha individuato, anche se ancora non ne conosce l'identità, e lo sta cercando in un affollato centro commerciale di Brooklyn. Pochi, pochissimi istanti prima che la detective entri in azione, però, accade qualcosa: il pannello di una delle scale mobili cede improvvisamente, un uomo cade tra gli ingranaggi e muore stritolato dai denti metallici. Mentre Sachs si precipita in aiuto della vittima, il killer riesce a fuggire. Si è trattato davvero di una fatalità? Lincoln Rhyme, dimessosi dopo una missione andata storta, torna al lavoro nel tentativo di aiutare la famiglia della vittima a ottenere un risarcimento. Le indagini confluiranno però in un unico caso: un killer sabota i dispositivi di controllo di macchinari industriali ed elettrodomestici di uso comune, trasformandoli in armi letali. Come prevedere le prossime mosse dell'assassino? Mentre la conta delle vittime minaccia di aumentare, Sachs e Rhyme devono correre contro il tempo per svelare l'identità dell'uomo e scoprire quale sia il suo obiettivo ultimo. A coadiuvare la coppia di detective c'è anche Juliette Archer, affascinante tirocinante del celebre criminologo, come lui costretta su una sedia a rotelle. Con le sue intuizioni Juliette offrirà un contributo decisivo alla soluzione del caso.

Recensione: Ammetto che i suoi ultimi libri sono stati un’altalena di emozioni, alcune volte mi chiedevo se quelle pagine fossero state scritte realmente a lui mentre altre volte riuscivo a scorgere il vero Deaver.
Quando la mattina ho visto il libro in vetrina mi sono appostata fuori dalla libreria aspettando che aprisse. Quando la signora ha aperto la porta mi ha guardato con un sorriso enorme. Passo lì tutti i giorni per guardare le novità, sfogliare qualche pagina o semplicemente sentire il profumo della carta misto alla polvere ma quel giorno avevo fretta e senza indugiare ho acquistato il libro e mi sono messa subito sotto l’ulivo del centro commerciale a leggere… finalmente il mio Deaver era tornato.
 Rhyme non lavora più come collaboratore della polizia eppure questo caso lo spinge a ripensarci. Lui ama le sfide e questo caso lo impegna più di tutti (ma mai come l’orologiaio!).
Questa volta gli omicidi sembrano casuali all’inizio eppure, come ogni buon serial killer che si rispetti ha un piano ben preciso e colpisce quando e come vuole.
Questa volta ad essere attaccati sono tutte quelle persone che si avvalgono troppo della tecnologia e non si parla solo di computer ma di macchine intelligenti, di cucine super accessoriate e moderne che possono essere attivate semplicemente con un cellulare.
Nelle scene del crimine trovano solo delle tracce ma questa volta difficili da collocare perché sono tracce comuni e la pista diventa sempre più difficile.
Ma l’assassino davvero compie tutto questo da solo? Oppure c’è un complice?
In questo libro si intrecciano due diverse storie collegate al caso e due nuove storie collegate ai personaggi.
Rhyme inizia a collaborare con un avvocato per aiutare una famiglia per ricevere un risarcimento, ma quello si scoprirà che è stata opera di un assassino e non di un errore tecnico ed è lo stesso omicidio a cui ha assistito Amelia.
Questa volta Rhyme viene aiutata da una giovane ragazza, sua studentessa e anche lei in sedia a rotelle per un grave tumore alla spina dorsale. Finalmente conosciamo un nuovo personaggio, Juliette. Intelligente, testarda e riesce a tenere testa a uno come Lincoln… insomma sì può dire che è il suo alter ego al femminile! Ci voleva questa ventata di freschezza, una persona che ragionasse come lui e soprattutto che non può averla sempre vinta. Mi auguro di ritrovarla anche nei prossimi libri. Mentre l’altra storia privata che ci viene raccontata riguarda l’ex ragazzo di Amelia. Il poliziotto che era stato arrestato perché coinvolto in rapina. Finalmente conosciamo tutta la storia e la verità. Una volta uscito di prigione lui si presenta a casa di Amelia e chiede perdono e racconta tutto quello che era accaduto la notte del suo arresto ma in quel momento la detective ha altro per la testa, sua madre sta per essere operata e poi c’è Lincoln nella sua vita eppure lei lascia un piccolo spiraglio aperto. Ma è davvero tutto così semplice? La storia che gli ha raccontato è vera?

Questo libro è un intreccio di storie, di omicidi e di nuove e vecchie conoscenze. Deaver è riuscito a ritornare quello di una volta ma con una storia adatta ai giorni nostri piena di tecnologia e nient’altro. Davvero un bel libro che mi ha lasciato soddisfatta.

Voto: 5/5
Consigliato: sì, l’intreccio tra passato e presente riesce a coinvolgere il lettore con facilità. Molto bello.

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giovedì 8 novembre 2018

4 LIBRI DA LEGGERE ASSOLUTAMENTE

Ieri pensavo a quali libri non possono assolutamente mancare in una libreria, libri di autori famosi che forse, almeno una volta abbiamo letto.
Ecco una lista dei migliori (SECONDO ME)


TRAMA: Un bambino è scomparso in un parco alla periferia di Roma. Poco lontano dal luogo del suo ultimo avvistamento, la madre è stata trovata morta, decapitata. Gli inquirenti credono che il responsabile sia il marito della donna, che in preda a un raptus avrebbe ucciso anche il figlio nascondendone il corpo. Ma quando Colomba Caselli arriva sul luogo del delitto capisce che nella ricostruzione c'è qualcosa che non va. Colomba ha trent'anni, è bella, atletica, dura. Ma non è più in servizio. Si è presa un congedo dopo un evento tragico cui ha assistito, impotente. Eppure non può smettere di essere ciò che è: una poliziotta, una delle migliori. E il suo vecchio capo lo sa. Per questo le chiede di lavorare, senza dare nell'occhio, al caso e la mette in contatto con Dante Torre, soprannominato "l'uomo del silos", un esperto di persone scomparse e abusi infantili. Di lui si dice che è un genio, ma che le sue incredibili capacità deduttive sono eguagliate solo dalle sue fobie e paranoie. Perché da bambino Dante è stato rapito e, mentre il mondo lo credeva morto, cresceva chiuso dentro un silos, dove veniva educato dal suo unico contatto col mondo, il misterioso individuo che da Dante si faceva chiamare "Il Padre". Adesso la richiesta di Colomba lo costringerà ad affrontare il suo incubo peggiore. Perché dietro la scomparsa del bambino Dante riconosce la mano del "Padre". Ma se è così, perché il suo carceriere ha deciso di tornare a colpire a tanti anni di distanza? E Colomba può fidarsi davvero dell'intuito del suo "alleato", o Dante la sta conducendo a caccia di fantasmi? Dazieri abbandona il noir metropolitano e costruisce un thriller magnifico, che tiene il lettore incollato dalla prima all'ultima pagina in un crescendo costante di tensione e colpi di scena


TRAMA: In uno sperduto villaggio del Lancashire muore avvelenato, dopo una cena in casa di una conoscente, il parroco Robin Sage. Di lì a poco arrivano in paese, per una vacanza fuori stagione, il patologo Simon St. James e la moglie Deborah, che aveva casualmente conosciuto il sacerdote a Londra. La scoperta della disgrazia li trascina tra le ombre più cupe di quei luoghi, sui quali aleggiano ancora antiche storie di stregoneria. L'inchiesta del coroner si è già conclusa con il verdetto di morte accidentale, ma Simon non ne è convinto, e decide di convocare il suo amico, l'ispettore Lynley, presto raggiunto dal sergente Barbara Havers. I quattro vengono così sommersi da una realtà in cui tutto è continuamente messo in dubbio. Com'è possibile che un'esperta erborista abbia inconsapevolmente offerto della cicuta al parroco? Nei panni di una mite perpetua si nasconde davvero una devota seguace dei culti pagani della Dea? È possibile leggere il destino di un uomo nel palmo della sua mano? In un clima di sospetti e pettegolezzi che rendono indecifrabili i volti del crimine, l'ispettore Lynley è costretto ad affondare sempre di più la lama delle indagini per riuscire a portare alla luce la verità. Una verità dal sapore amaro e crudele.


TRAMA: Al Museo di Storia naturale di New York viene recapitato un pacco pieno di frammenti di diamanti, ovvero l'intera collezione del museo. Quando i media lo scoprono e fanno scoppiare lo scandalo, i responsabili del museo decidono di riaprire al pubblico la Tomba di Senef, perfetta ricostruzione di un tempio egizio sigillato a causa di una presunta maledizione. Grazie alla donazione di un anonimo finanziatore, allestiscono uno spettacolo che ricrei dal vivo il saccheggio della tomba a opera di sacerdoti profanatori, sorpresi dalla resurrezione della mummia. Ma alcuni addetti ai lavori impazziscono e sviluppano comportamenti violenti che portano addirittura all'omicidio. Nessuno però sospetta di essere una semplice pedina in mano a un vero e proprio genio del male: Diogenes Pendergast, il killer psicopatico che vuole lanciare l'ennesima sfida contro la città e soprattutto contro il fratello, l'agente dell'FBI Aloysius Pendergast.








TRAMA: Ellie Cavanaugh ha sette anni quando sua sorella Andrea viene brutalmente uccisa. La polizia ferma tre sospettati: Rob Westerfield, rampollo di ottima famiglia, di cui la vittima era segretamente innamorata; Paul Stroebel, un suo compagno di scuola, e Will Nebels, un quarantenne le cui attenzioni non sono gradite alle ragazze. La testimonianza di Ellie fa condannare la persona da lei ritenuta responsabile. Ventidue anni dopo il detenuto viene rilasciato sulla parola, ed è deciso a provare la propria estraneità al delitto. Ellie, ora affermata giornalista investigativa, torna a ripensare alla tragedia che ha distrutto i genitori, annientati dalla morte della figlia prediletta, e inaridito la sua stessa vita, schiacciata dalla colpa di non aver rivelato tutto ciò che sapeva sugli strani appuntamenti di Andrea. Vorrebbe provare in modo definitivo la colpevolezza del condannato, ma nel corso delle ricerche nuovi fatti vengono alla luce, facendola dubitare di aver puntato il dito sull'uomo giusto, e soprattutto avvicinandola pericolosamente a un assassino ormai disperato




martedì 6 novembre 2018

LA SOSTANZA DEL MALE DI LUCA D’ANDREA (NO SPOILER)

LA SOSTANZA DEL MALE
Di Luca D’Andrea.

                                

Trama: Nel 1985 Kurt Schaltzmann, Markus Baumgartner e sua sorella Evi vengono uccisi nel Bletterbach, una gigantesca gola nei cui fossili si può leggere la terribile storia del mondo. Qualcuno li ha letteralmente massacrati durante una tempesta. I loro cadaveri sono rinvenuti mutilati a tal punto da far dubitare che sia stato un essere umano a compiere un simile scempio. A distanza di trent'anni Jeremiah Salinger, un autore statunitense di documentari che ha sposato una donna del luogo, scopre la vicenda e ne viene risucchiato. Tutti, a Siebenhoch, la piccola cittadina dolomitica dove si è trasferito, gli consigliano in modo più o meno minaccioso di lasciar perdere. Anche suo suocero Werner, ex responsabile del soccorso alpino, uno degli uomini che hanno ritrovato i corpi dei tre ragazzi; anche sua moglie Annelise, preoccupata per lui e per la figlioletta Clara. È come se quel fatto di sangue avesse portato con sé una maledizione. Come se nel Bletterbach si fosse risvegliato qualcosa di spaventoso che si credeva scomparso, qualcosa di antico come la Terra stessa.

Recensione: Avete presente le belle fascette rosse che compaiono ormai nella maggior parte dei libri dove c’è scritto “Scrittore dell’anno” o “Caso editoriale”? Ormai ho imparato a non guardarle più, sono diventati come il ronzio della cappa d’aspirazione della cucina, all’inizio non lo sopporti ma alla fine non ci fai neanche più caso. 
In questo libro, che ho preso in biblioteca, c’era una di quelle fascette con scritto “30 paesi si sono contesi i diritti d’autore” (o una frase simile). Ho imparato ad andare cauta con gli autori italiani eppure alcuni mi hanno sorpresa. È questo libro? Mmm… diciamo che alcuni punti l’ho trovato insipido. Il libro mi è stato consigliato da diverse persone, sia per leggere la mia recensione sia perché lo consideravano uno dei libri più belli mai letti. Ora, dopo averlo letto non posso considerarlo uno dei libri più belli che ho letto, naturalmente secondo i miei gusti!
Ci sono moltissimi punti positivi. Prima di tutto l’ambientazione. Alla fine del libro l’autore specifica che si è preso delle libertà per quanto riguarda le descrizione dei luoghi, però sono descritte talmente bene che non pensavo fossero gran parte frutto della sua immaginazione. Tanto di cappello allora. Mi sono immaginata quei luoghi fantastici, immersa tra i verdi alberi con il profumo di rugiada e i passi scricchiolanti dopo la prima nevicata. In alcuni momenti sono riuscita talmente tanto ad immergermi nelle sue righe che il mondo intorno a me spariva (considerate che molto spesso leggo in una stazione dei treni, pieni di stranieri che urlano come se non ci fosse un domani, è un’impresa riuscire a leggere tranquillamente!)
Ammetto che la persona che trovavo davvero simpatica era la figlia di Salinger. Una bambina curiosa e in alcuni momenti ho avuto dei flashback della mia infanzia ma lei è solo un personaggio marginale… in realtà il protagonista è Salinger che non ho digerito del tutto. Per la sua ossessione di scoprire la verità rischia di perdere la sua famiglia e per cosa? Un omicidio di trent’anni prima! Ma a parte questo a tratti mi stancava, lo trovavo noioso, mi veniva voglia di prenderlo e dargli una sberla per vedere se reagiva in qualche modo.
Ad un certo punto della lettura, ero circa a pagina 200 ho chiuso il libro e mi sono chiesta: E quindi?
Sì perché dopo 200 pagine sappiamo che Salinger ha subito un trauma, conosciamo la sua famiglia e che trent’anni prima c’era stato un massacro e la morte di 3 persone e basta. Tutto si svolge dopo la pagine 200 (circa) dove iniziano i veri colpi di scena. Salinger inizia ad investigare e scopriamo che gran parte dei personaggi che abbiamo conosciuto erano in qualche modo coinvolti nelle vite dei tre ragazzi uccisi.
Pian piano le tessere del puzzle iniziano a formare un disegno… ma è davvero quella la realtà?
Ecco il finale forse è leggermente forzato.
Attenderò il secondo libro di questo autore, voglio vedere come riuscirà a sorprendermi con le ambientazioni e se questa volta riuscirà a sorprendermi con il protagonista.

Voto: 4/5
Consigliato: Sì.

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lunedì 5 novembre 2018

LA RAGAZZA NELLA NEBBIA DI DONATO CARRISI (NO SPOILER)

LA RAGAZZA NELLA NEBBIA
Di Donato Carrisi

             
             

Trama: La notte in cui tutto cambia per sempre è una notte di ghiaccio e nebbia ad Avechot, un paese rintanato in una valle profonda fra le ombre delle Alpi. Forse è stata proprio colpa della nebbia se l'auto dell'agente speciale Vogel è finita in un fosso. Un banale incidente. Vogel è illeso, ma sotto shock. Non ricorda perché è lì e come ci è arrivato. Eppure una cosa è certa: l'agente speciale Vogel dovrebbe trovarsi da tutt'altra parte, lontano da Avechot. Infatti, sono ormai passati due mesi da quando una ragazzina del paese è scomparsa nella nebbia. Due mesi da quando Vogel si è occupato di quello che, da semplice caso di allontanamento volontario, si è trasformato prima in un caso di rapimento e, da lì, in un colossale caso mediatico. Perché è questa la specialità di Vogel. Non gli interessa nulla del dna, non sa che farsene dei rilevamenti della scientifica, però in una cosa è insuperabile: manovrare i media. Attirare le telecamere, conquistare le prime pagine. Ottenere sempre più fondi per l'indagine grazie all'attenzione e alle pressioni del "pubblico a casa". Santificare la vittima e, alla fine, scovare il mostro e sbatterlo in galera. Questo è il suo gioco, e questa è la sua "firma". Perché ci vuole uno come lui, privo di scrupoli, per far sì che un crimine riceva ciò che gli spetta: non tanto una soluzione, quanto un'audience. Sono passati due mesi da tutto questo, e l'agente speciale Vogel dovrebbe essere lontano, ormai, da quelle montagne inospitali. Ma allora, cosa ci fa ancora lì?

Recensione: Tutti noi abbiamo un autore preferito, quello che sembra dire le cose giuste al momento giusto, che ci tira su di morale o semplicemente ci tiene compagnia nei momenti noiosi della giornata, e ti accontenti ma poi arriva lui. Sei in cerca di un libro per passare il tempo e ti trovi tra le mani un libro di qualche anno fa (ma non molto vecchio) con le pagine sgualcite perché chissà quante persone l'hanno preso in affitto in biblioteca, e inizi a leggere.

Carrisi è come una martellata sulla testa, anche dopo diversi giorni che hai finito di leggere un suo libro continui a pensarci.
Questo è il secondo libro che ho letto dell’autore e ammetto che non riesco a farne a meno!

  Vogel è un agente speciale ma non come quelli che sono tutti divisa e pistola che troviamo nei tipici romanzi americani. No, lui è diverso. Ama stare sotto i riflettori e grazie a questo è diventato famoso, lui non fa ricerche accurate ma gioca in modo psicologico con i giornalisti. Così, quando nel paesino di Avechot scompare una ragazzina arriva lui per cercare di scoprire la verità.
Il libro si divide nettamente in due parti: la storia di Vogel, dove lui è affascinato da questo mondo davanti alle telecamere, cercando l’abito giusto abbinando la cravatta e le scarpe e dando indizi falsi ai giornalisti solo per cercare attenzione. Dall’altra la storia di un professore, Martini, arrivato nel paesino da poco tempo. Una famiglia semplice con qualche problema nascosto dietro la porta di casa eppure sarà lui il vero indiziato di Vogel.

Carrisi è magistrale con i suoi personaggi, riesce a farci sapere tutto di loro, ci mostra il labirinto delle loro menti e ci impone di pensare fuori dagli schemi. Con calma ci lascia indizi e solo quando pensiamo “Sì, ho capito” lui cambia le carte in tavola… proprio nelle ultime pagine!
Tutti sembrano avere un passato, anche quei personaggi che compaiono per poche pagine e non sono buttati lì solo per dire una battuta (mi è capitato spesso in alcuni libri così! Personaggi che appaiono, fanno qualcosa per smuovere la situazione e poi scompaiono! Chi sono? Li hai più rivisti? Io mai!!)
Naturalmente quando si parla di thriller psicologico la trama e i colpi di scena sono fondamentali, i due pilastri per mantenere la storia con un alta tensione e senza stancare il lettore.
I colpi di scena si susseguono, fino all’ultimo capitolo dove si scopre chi è la persona che rapisce le ragazze e scompare nella nebbia. Ammetto di aver capito troppo presto chi era in realtà il rapitore ma questo è solo una parte marginale della storia quindi non ha assolutamente intaccato la mia voglia di scoprire i segreti che si celano dietro la scomparsa della ragazzina Anna Lou e delle vite dei due protagonisti.
Il finale io lo considero doppio, la prima parte vi lascerà con il fiato sospeso… che fine ha fatto la ragazza? il professore è davvero innocente? E Vogel cosa nasconde?
Mentre il secondo finale, se non siete abituati a leggere questo tipo di libri vi farà dire… No!! Ecco chi è stato!!

Voto: 5/5
Consigliato: Assolutamente sì!!

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domenica 4 novembre 2018

INTENSITY DI DEAN KOONTZ (NO SPOILER)

INTENSITY
Di Dean Koontz

                     
               

TRAMA: l folle omicida che ha massacrato l'intera famiglia Templeton, in una notte di orrori, ignora di aver risparmiato le giovane Chyna, ospite nella casa per il weekend. La ragazza, vincendo la disperazione, si è nascosta sul camper del serial killer, con la speranza di poterlo consegnare alla giustizia, ma durante il tragitto viene a sapere di un agghiacciante segreto custodito nella cantina del mostro, e decide di seguirlo fino alla sua abitazione. Una volta all'interno, ha inizio un'interminabile, feroce partita...


RECENSIONE: Sto scrivendo questa recensione a caldo. Ho appena appoggiato il libro sul tavolo e sento il bisogno di scrivervi questa recensione per mille motivi diversi. Prima di tutto voglio condividere con voi le emozioni che ho provato e poi vorrei potervi dire, alzatevi e andate a comprare questo libro! 

Avete visto Saw L'enigmista? Questo è un film che si svolge tutto in una stanza ma alla fine c'è il colpo di scena.
La stessa cosa avviene qui. In realtà la storia è molto semplice e lineare, non dovete cercare di capire chi è l'assassino, non dovete scovare indizi strani e non dovete cercare sospettati ma semplicemente lasciarvi trasportare dai sentimenti che vi travolgeranno.


Chyna è una ragazza con un passato molto difficile che scopriremo pian piano, un'infanzia rovinata per colpa della madre ma lei è riuscita ad uscire da quel girone infernale, ma la vita per lei non sarà facile però imparerete come me a vederla come una combattente e alla fine mi è dispiaciuto finire il libro ma so che quando un giorno lo rileggerò ci sarà una cara amica ad aspettarmi.



Nella notte durante il fine settimana a casa dei Templeton, Chyna sente un urlo, con una logica agghiacciante riesce a nascondersi ma l'assassino entra nella sua stanza ed è in questo momento che tutte le sfumature di paura conosciute emergono.

L'autore ad ogni pagine stringe il cappio intorno al collo del lettore, avrete paura insieme a Chyna, a tratti troverete la speranza per poi ricadere nell'oblio.


In 380 pagine circa troverete solo due o tre conversazione per il resto è tutto descrittivo ma neanche per un secondo vi verrà in mente di saltare i paragrafi o le pagine perché sarete caduti in una specie di trans dove volete scoprire la verità.



Naturalmente magistrali sono le sue descrizioni, il suo punto forte:



"Ma proprio in quel momento davanti agli stivali neri, sulla moquette giallo scuro cadde una goccia rossa... poi un'altra e un'altra ancora. Plop... Plop... Plop. sangue. le prime due vennero assorbite dallo spesso tessuto sintetico. la terza rimase in superficie, scintillando come un rubino." 



Ma non solo questa descrizione, anche i paesaggi riesce a renderli talmente vividi che se chiudi gli occhi puoi sentire il profumo degli alberi:



"Il sole infuocato appare in equilibrio sui crinali più alti delle montagne e, nella luce calante, le colline pedemontane appaiono in fiamme. Una fresca brezza percorre l'erba alta e inaridita che, simile a onde di fuoco dorato, sembrano riversarsi lungo i pendii, verso l'ombrosa e fertile valle."


Due personaggi che si rincorrono e si sfidano fino al gran finale, perché nel momento del culmine, quando pensi che sia finito ecco il colpo di coda, quello che una volta per tutte vi farà innamorare di questo romanzo.


Voto: 5/5





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sabato 3 novembre 2018

ASSASSINIO SULL’ORIENT EXPRESS DI AGATHA CHRISTIE (NO SPOILER)



RECENSIONE ASSASINIO SULL’ORIENT EXPRESS
Di Agatha Christie     


                            
TRAMA: L'Orient-Express, il famoso treno che congiunge Parigi con Istanbul, è costretto ad una sosta forzata, bloccato dalla neve. A bordo qualcuno ne approfitta per compiere un efferato delitto, ma, sfortunatamente per l'assassino, tra i passeggeri c'è anche il famoso investigatore belga Hercule Poirot, al quale verranno affidate le indagini. Poirot, in effetti, risolverà il caso, non prima, però, di essersi imbattuto in una sensazionale sorpresa.

RECENSIONE: Questo libro in realtà non l’ho mai acquistato, anzi, posso dire di averlo preso in prestito per un tempo indeterminato dalla piccola libreria di mia nonna. Avevo solo 8 o 9 anni e visto che la passione per la lettura iniziava a farsi sentire ho voluto iniziare con questo libro di un’autrice per me sconosciuta (e chi aveva mai sentito parlare di Agatha Christie??) e con un titolo che mi attirava molto visto che non sapevo cosa fosse un Orient express. Sono passati quasi 21 anni dalla prima lettura di quel libro e mentre stavo mettendo in ordine delle scatole ecco che rispunta fuori… così ho deciso di rileggerlo.
Ammetto che non ricordavo il finale di questo libro (alla fine sono passati 21 anni!) e ammetto di essere rimasta sorpresa.
Il delitto si svolge in uno degli scompartimenti del vagone dell’Orient Express e Poirot inizia ad indagare. Nella stanza sono stati trovati due soli indizi: Un fazzoletto con la lettera H ricamata e un curapipe. Partendo da questi due elementi inizierà ad interrogare tutti i passeggeri di quel vagone e in tutto il tempo in cui Poirot parla con loro si scoprono verità nascoste, indizi che cercavano di essere celati dietro un inchiostro blu ma la domanda principale, verso metà libro è: cosa lega tutti questi personaggi? Un omicidio o altro?
Questo è uno dei libri gialli di Agatha Christie che ho apprezzato di più. Alla fine un libro semplice che si legge in una serata ma la particolarità degli indizi e i ragionamenti del protagonista fanno entrare il lettore in un vortice di verità e supposizioni.
I personaggi anche se sono tanti e il libro lascia poco spazio alle descrizioni dettagliate il lettore riesce sempre a capire chi esattamente sta parlando facendo qualcosa grazie ad alcune caratteristiche ben marcate, come la donna che chiacchierava troppo oppure l’italiano che gesticolava (chissà perché gli italiani li descrivono sempre grassi, che sudano e gesticolano!).
Il finale naturalmente ti lascia senza parole in senso positivo.
Per chi ha letto il libro e se lo ricorda… voi che cosa avreste fatto? Avreste effettuato l’arresto oppure no, considerando quello che era accaduto nel passato?

Voto: 5/5
Consigliato: Questo è uno di quei libri che bisogna leggere almeno una volta nella vita. 



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