giovedì 10 ottobre 2019

LA CONDANNA DEL SANGUE. LA PRIMAVERA DEL COMMISSARIO RICCIARDI DI MAURIZIO DE GIOVANNI (NO SPOILER)

LA CONDANNA DEL SANGUE. LA PRIMAVERA DEL COMMISSARIO RICCIARDI
di Maurizio De Giovanni


Trama: Che succede a giocare con le illusioni, a cancellare i sogni? Una cartomante e un'usuraia, nella stessa persona: inventare il futuro e sbriciolarlo tra le dita. Mentre la città si apre alla primavera, nel solito trionfo di profumi e canzoni, il più tenero degli amori diventa la peggiore delle condanne: e spegne nel sangue anche il ricordo di un'antica passione.

Recensione: Quando inizi a leggere i libri di De Giovanni è difficile staccare per dedicarsi a qualche altra storia. I personaggi entrano dentro il cuore e spero sempre di poter ritornare nuovamente a casa leggendo semplicemente il nome Ricciardi.

Siamo a Napoli nel 1931. Nei quartieri Spagnoli viene trovata morta Carmela Scalise. A detta di molti una gran donna, che sapeva aiutare tutti e lo faceva di cuore. Questo lo poteva fare perché era una cartomante.

Eppure la Signora Carmela nascondeva una seconda attività illecita, faceva l'usuraia. La morte violenta della donna permette a Ricciardi di avere una fugace visione, ma non sarà l'unico ad averla.

Premetto che questo libro mi ha rapito più del primo per un semplice fatto, ero curiosa di vedere come veniva dipinta, in una città come Napoli, il fatto della fortuna e sfortuna, la lettura delle carte e il fatto di credere al soprannaturale. 
Qui ho visto un Ricciardi lievemente diverso ma soprattutto si percepisce di più quello che pensano di lui le persone e alcuni colleghi. Lavorare con lui porta sfortuna e al suo passaggio fare le corna è un aiuto in più. Il fatto di credere alla sfortuna e che i cornetti possono proteggere è ancora ben inserito nel contesto dei napoletani (premetto, anche io ho un bel cornetto rosso con il gobbo regalato da un mio parente, è lì, appeso e penso che un aiuto in più non guasta mai) e di Napoli.
Qui come descrizione principale, oltre a quelle delle indagini, ci sono gli odori. Infatti tutte le volte che entriamo nel capitolo con la Signora Carmela, De Giovanni sottolinea l'odore di aglio. Ma questo lo fa spesso con i diversi aspetti di Napoli, come il caffè.
Essere trasportata dal racconto tanto da sentire realmente i profumi descritti è difficile, eppure lui è riuscito a fare questo.

Le indagini di Ricciardi mi piacciono perché sono semplici e intuitive, un po' alla Sherlock. Bastano pochi elementi per poter creare, nella mente del commissario, dei collegamenti estremi ma utili per scoprire l'assassino.

Chi può aver ucciso la donna e quante persone hanno usufruito del "prestito" illegale? Sarà proprio questa domanda a trascinare il lettore nelle spire della storia fino al gran finale.

"Aveva visto, e continuava a vedere, molto più di quanto avrebbe voluto e molto più di quanto avrebbe chiesto: vedeva il dolore.
Il dolore che travolge, il dolore che si replica. La rabbia, l'amarezza, perfino l'ironia tronfia del pensiero che accompagnava la morte."

Questa frase mi ha colpito particolarmente. All'esterno si può pensare che Ricciardi abbia un dono bellissimo, poter vedere i morti. Ma non è esattamente così. Non è una situazione tranquilla dove tutti sono seduti su un divano e parlano.
Lui sente il dolore, prova tantissimi sentimenti, forse gli stessi che hanno provato le vittime prima di morire. Portare questo bagaglio non è facile e si percepisce quando De Giovanni parla del Commissario.

Concludendo questo libro l'ho trovato fantastico e non vedo l'ora di iniziare il terzo della serie.

Voto: 5/5
Consigliato: Assolutamente sì!

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