martedì 5 novembre 2019

LA CASA DEL PADRE DI KAREN DIONNE (NO SPOILER)

LA CASA DEL PADRE
di Karen Dionne

Trama: Nonostante tutto, Helena Pelletier è riuscita ad avere la vita che voleva: un marito che ama, due figlie bellissime, un lavoro che le riempie le giornate. Finché, un giorno, un brutto giorno, sente un annuncio alla radio, e capisce di essere stata un'ingenua a credere di poter dimenticare il passato. Perché lei ha un segreto. Qualcosa che non ha rivelato neanche al marito, qualcosa che ha a che fare con la sua infanzia, con quella madre famosa suo malgrado, e con il padre la cui casa non era altro che una capanna nei boschi del Michigan. È lì che Helena ha vissuto i suoi primi dodici anni, nella foresta, senza luce né acqua corrente, senza un'anima a parte loro tre. E ha amato quella vita selvaggia, il fiume, la caccia, ha amato suo padre, quel padre brutale e amorevole a un tempo che le ha insegnato tutto quello che sa. Quel padre dal quale è dovuta scappare e che è finito in prigione. Sono passati quindici anni quando Helena sente alla radio che lui è evaso, e sa di essere in pericolo, proprio come tanti anni fa. Soprattutto sa di essere l'unica al mondo a poterlo catturare di nuovo.

Recensione: Questo libro faceva parte della selezione che avevo fatto a luglio dei 15 libri in 15 giorno.
Ero attratta dalla trama ed ero curiosa di sapere come l'autrice ha deciso di presentare il romanzo con una tematica così importante.

Helena non è cresciuta come tutti gli altri bambini. Per 12 anni ha vissuto in una foresta, isolata dal resto del mondo nella casa di suo padre mentre era prigioniera insieme alla madre. Eppure la sua vita, per lei, non era una prigione perché aveva sempre vissuto così. Non avevano elettricità quindi, quando calava il sole, si andava a dormire. Non esisteva l'orologio, si mangiava quando avevano fame.  Il tempo era scandito dalla natura.
Anche se sono passati anni da quella prigionia, quando entra in una stanza e accende la luce le sembra strano e non un gesto naturale e abitudinario.
Un giorno scopre che il padre è scappato dalla prigione e lei sa come prenderlo, ma farlo significa anche affrontare quella persona che l'ha tenuta prigioniera ma che lei amava.

Quando ho iniziato a leggere non l'ho sentito come un "libro classico" ma più una confidenza della protagonista. Mi sono immaginata di stare seduta insieme a lei a bere un te mentre mi racconta la sua vita. il libro è scritto in prima persona e penso che sia perfetto usare questo punto di vista perché permette al lettore di entrare prepotentemente nella sua mente e capire, o almeno cercare di farlo, quello che ha provato.
Non è facile pensare male di una persona che hai amato ma che sai che sta sbagliando, semplicemente perché Helena ha vissuto sempre così e per lei era la normalità anche se ora capisce la differenza tra amare ed essere una prigioniera.
Insieme a tanti flashback che ci portano dentro quella casa e nel giardino dove il padre le ha insegnato a riconoscere le piante e i frutti, scopriamo l'anima di questo personaggio. Le sensazioni contrastanti e forti che prova nel momento in cui deve affrontare il padre non sono facili da capire, non bisogna avere del risentimento verso di lui ma bisogna semplicemente farsi trasportare dalle parole di Helena.

Questo è un thriller psicologico molto intenso, ci sono pochi dialoghi e molte descrizioni e pensieri ma la scrittura fluida dell'autrice permette di non annoiarsi mai e di trovare sempre dei punti che ti spingono a procedere nella lettura. 
Dopo il libro Intensity di Koontz, che è quasi tutto descritto, ho scoperto questo altro gioiello. 

Lo consiglio a chi ama in modo particolare questo genere di thriller e che gli piace poter entrare dentro un personaggio e vivere le sue stesse sensazioni.

Voto: 4,5/5
Consigliato: Sì!


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