venerdì 15 novembre 2019

1408 - TUTTO E' FATIDICO DI STEPHEN KING (NO SPOILER)

1408 - TUTTO E' FATIDICO
di Stephen King

Trama: Chi fa l'autostop di notte e sale sulla macchina sbagliata; chi, al ristorante, trova che il piatto del giorno sia un po' troppo al sangue... Stephen King ci propone un giro nell'ignoto in quattordici tappe dove paura e angoscia, macabro sarcasmo e assorta melanconia pervadono le vicende di questi racconti. Non regalate animali, non comprate nulla alle svendite da cortile, non inimicatevi l'adolescente ombroso della casa accanto e, soprattutto, sappiate che tutto è fatidico.

Recensione: Mi ricordo la prima volta che ho visto il trailer di questo film tratto dal racconto di King. Non potevo non andare a vederlo visto che io sono nata proprio il 14 agosto. Ringrazio King di avermi dedicato un suo racconto, anche se molto macabro. (se vi state chiedendo se conosco King tanto da avermi dedicato un racconto posso solo dirvi sì, altrimenti perché avrebbe scelto proprio il giorno del mio compleanno?!? Ok, a parte gli scherzi questa è davvero inquietante!). 


Mike è uno scrittore e tutti i suoi libri parlano di luoghi infestati. Lui li vive in prima persona, si reca direttamente nel luogo infestato e con il suo registratore racconta le sensazioni che prova e tutto quello che potrebbe essere definito strano.
L'ultimo luogo che decide di visitare è la stanza 1408 dell'hotel Dolphin a New York. Appena varca la soglia il direttore dell'albergo lo invita a bere qualcosa.
In questo incontro il direttore Olin cerca in tutti i modi di dissuadere Mike a soggiornare in quella stanza. Con calma serafica gli racconta dei morti suicidi tra quelle quattro mura ma Mike dice che conosce perfettamente la storia della 1408. Olin non demorde così usa una tecnica differente, spiega che quando devono pulire la stanza, una volta al mese è proprio lui ad accompagnare la donna delle pulizie e possono stare solo pochissimi minuti perché una volta entrati lì dentro, in qualche modo, le persone cambiano (in negativo). 
Qui non stiamo parlando di semplici fantasmi ma di qualcosa di più cattivo.
Senza riuscire a convincerlo Mike si trova con la chiave in mano della stanza e di fronte alla porta nota che è leggermente pendente ma forse è solo un'illusione dovuta a quello che gli aveva raccontato il signor Olin.
Nel momento in cui si chiude dentro la stanza iniziano a capitare dei fatti particolari... 

All'inizio Mike e Olin parlano semplicemente di tutti i fatti avvenuti, dei libri che ha scritto però quella sensazione di pace, quel dialogo mai sopra le righe riesce a mettere molta ansia. 
Mike ha la convinzione di sapere quello che sta facendo e che lui è abituato con i fantasmi ma Olin sa perfettamente che non è così. I fantasmi non fanno paura in confronto a quello che verrà e dovrà affrontare lo scrittore.

Nel momento in cui entra nella stanza le sensazioni sono diverse, i cambiamenti sono impercettibili e attribuiti alle parole del signor Olin, solo suggestione ma quando la situazione inizia a farsi più difficile e paurosa Mike capisce che è tutto reale. 

Qui c'è un gioco psicologico tra lettore e protagonista, King riesce a farti provare quella sensazione di disturbo e di farti alzare gli occhi dalle pagine per vedere se l'orologio digitale funziona ancora oppure che i quadri non cambino immagine. 

Per la prima volta posso dire di aver avuto paura. Non mi sono mai spaventata leggendo storie di vampiri, streghe e altri personaggi di fantasia ma quando si tratta di "fantasmi cattivi" mi viene da storcere il naso e lasciare la luce accesa la notte.
Rispetto al racconto, il film ha delle piccole caratteristiche diverse, come il finale. 
Ogni libro che ho letto di King mi ha sorpresa in modo diverso ma questo racconto, secondo me, è un piccolo gioiello dell'horror.

Voto: 5/5
Consigliato: Sì, peccato che sia solo un racconto e non un romanzo.

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