di Sandro Dazieri
Trama: Un bambino è scomparso in un parco alla periferia di Roma. Poco lontano dal luogo del suo ultimo avvistamento, la madre è stata trovata morta, decapitata. Gli inquirenti credono che il responsabile sia il marito della donna, che in preda a un raptus avrebbe ucciso anche il figlio nascondendone il corpo. Ma quando Colomba Caselli arriva sul luogo del delitto capisce che nella ricostruzione c'è qualcosa che non va.
Colomba ha trent'anni, è bella, atletica, dura. Ma non è più in servizio. Si è presa un congedo dopo un evento tragico cui ha assistito, impotente. Eppure non può smettere di essere ciò che è: una poliziotta, una delle migliori. E il suo vecchio capo lo sa. Per questo le chiede di lavorare, senza dare nell'occhio, al caso e la mette in contatto con Dante Torre, soprannominato "l'uomo del silos", un esperto di persone scomparse e abusi infantili. Di lui si dice che è un genio, ma che le sue incredibili capacità deduttive sono eguagliate solo dalle sue fobie e paranoie. Perché da bambino Dante è stato rapito e, mentre il mondo lo credeva morto, cresceva chiuso dentro un silos, dove veniva educato dal suo unico contatto col mondo, il misterioso individuo che da Dante si faceva chiamare "Il Padre".
Adesso la richiesta di Colomba lo costringerà ad affrontare il suo incubo peggiore. Perché dietro la scomparsa del bambino Dante riconosce la mano del "Padre". Ma se è così, perché il suo carceriere ha deciso di tornare a colpire a tanti anni di distanza? E Colomba può fidarsi davvero dell'intuito del suo "alleato", o Dante la sta conducendo a caccia di fantasmi?
Recensione: Questo libro mi ha elettrizzato e sorpreso. A tratti intenso e sempre pieno di suspanse.
La vita difficile di Colomba e Dante si intrecciano e in qualche modo sono uno la salvezza dell'altro.
Colomba non è più in servizio perché qualche mese prima aveva subito un terribile incidente sul lavoro.
Dante invece è un uomo "sopravvissuto". Anni prima, quando era solo un bambino era stato rapito e per 13 anni aveva vissuto in un silos tenuto prigioniero da un uomo, il Padre.
Incontrare queste due persone nella realtà sarebbe difficile. Il loro carattere molto scontroso, a tratti arrogante è difficile da sopportare eppure tutto questo è dovuto al loro passato complicato. Cercare di capire a fondo un personaggio non è facile, puoi provare empatia ma non è come indossare le loro scarpe e imparare a camminarci.
Questi due caratteri pieni di ansia, quella vera con gli attacchi di panico, con la voglia di piangere ad un certo punto inizi a capirli perché Dazieri prende per mano il lettore per aiutarlo ad entrare in un mondo nuovo. Un mondo che in pochissimi conoscono, quello della paura. La paura vera che ti attanaglia per tutto il giorno, hai paura di uscire perché qualcuno potrebbe seguirti oppure hai paura di rivivere un trauma.
Ma procedendo con la lettura, anche se poco, si può notare il cambiamento. Colomba e Dante sono una boccata di aria fresca l'uno per l'altra.
La trama inizia in modo semplice, con un solo grande filo rosso, la morte e la scomparsa di un bambino, successivamente si aggiungono altri fili che si legano a questa scomparsa.
La storia di Dante, la storia di Colomba, tutti quei personaggi che pensi che sono "di sfuggita" ma fanno tutti parte di un grande disegno.
è facile essere avvolti da questa spirale di situazioni, inseguimento, omicidi e suspanse.
Dopo la metà del libro vi ritroverete con tanti colpi di scena che vi terranno incollati alle pagine e smettere di leggere è impossibile.
Ci sono alcuni brevi capitoli intermedi che riguardano il passato dei due protagonisti, diciamo che è un piccolo tocco che ho apprezzato. Inizialmente sembrano senza un senso logico ma quando si scopre quasi tutta la storia scappa un sorriso.
Questo libro fa parte di una trilogia: Uccidi il padre, L'Angelo, Il re di denari.
Voto: 4/5
Consigliato: Sì! Non ho dato un voto alto solo perché voglio sapere il continuo della storia e poi valutarla nel suo insieme.
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