di Dot Hutchison
Trama: Vicino a una villa isolata c’è un bellissimo giardino dove è possibile trovare fiori lussureggianti, alberi che regalano un’ombra gentile e... una collezione di preziose “farfalle”: giovani donne rapite e tatuate in modo da farle assomigliare a dei veri lepidotteri. A guardia di questo posto da brividi c’è il Giardiniere, un uomo contorto, ossessionato dalla cattura e dalla conservazione dei suoi esemplari unici. Quando il giardino viene scoperto dalla polizia, una delle sopravvissute viene portata via per essere interrogata. Gli agenti dell’FBI Victor Hanoverian e Brandon Eddison hanno il compito di mettere insieme i pezzi di uno dei più complicati rompicapo della loro carriera. La ragazza, che si fa chiamare Maya, è ancora sotto shock e la sua testimonianza è ricca di episodi sconvolgenti al limite del credibile. Torture, ogni forma di crudeltà e privazione sembravano essere all’ordine del giorno in quella serra degli orrori, ma nella deposizione della giovane donna, che ha delle ali di farfalla tatuate sulla schiena, non mancano buchi e reticenze... Più Maya va avanti con il suo terrificante racconto, più Victor e Brandon si chiedono chi o cosa la ragazza stia cercando di nascondere...
Recensione: Appena ho finito di leggere il libro mi sono sentita smarrita. Questo libro era diventato, anche se per poco, la mia coperta. Mi piaceva immergermi nelle parole della protagonista e scoprire quello che accadeva dentro il giardino.
Maya è una ragazza di 18 anni che parla con due agenti dell'FBI. Noi vediamo quello che è successo in base al suo racconto.
Era stata rapita a New York dove abitava con altre ragazze, un giorno camminando per la città sente un bruciore dietro il collo e improvvisamente tutto diventa nero. Quando si risveglia si trova in questo giardino, rapita dal Giardiniere, il proprietario. Insieme a lei ci sono altre ragazze e tutte hanno una caratteristica, una farfalla, fatta dal Giardiniere, dietro la schiena.
Non voglio parlare delle ragazze che si trovano dentro il giardino perché alla fine sono stata forviata dal racconto di Maya. Se a lei non piaceva una ragazza non piaceva neanche a me, così il contrario. Ma voglio parlarvi del Giardiniere.
Questo uomo milionario, fa beneficenza, ha delle aziende e una casa con una tenuta talmente grande che è riuscito a costruirsi un suo giardino privato con delle ragazze all'interno, erano le sue farfalle.
Visto con gli occhi di Maya non sembra così terribile o almeno non mi ha trasmesso quella sensazione. Aveva costruito una biblioteca per loro, se chiedevano qualcosa faceva in modo di accontentarle, si curava del mangiare e trattava bene tutte loro.
Descritto così non sembra male eppure...
Lui le stuprava, era un pedofilo (visto che la maggior parte erano minorenni) con la soglia dei 21 anni. Dopo la farfalla era inutile.
La freddezza della sua cattiveria mi ha fatto gelare il sangue ma ancora di più come lo raccontava Maya.
Questo libro ti entra dentro, nello stomaco.
Hai voglia di poter salvare quelle ragazze di dire che andrà tutto bene anche se i segni rimarranno sempre, sia dentro il cuore che sulla pelle. Simpatizzi anche per quella odiosa alla fine perché capisci quello che hanno passato.
Un modo di raccontare semplice, senza pianti, senza interruzioni. In modo freddo e distaccato come se stesse raccontando un film noioso. Ma lei ha vissuto tutto questo.
Bellissima la terza parte, quella finale ed è qui che amerete questo personaggi. Una ragazza che vorremo come migliore amica.
Voto: 5/5
Consigliato: sì, è uno dei thriller psicologici più belli che ho letto!
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