di Soren Sveistrup
TRAMA: Un navigato agente di polizia, a una settimana dalla pensione, si ferma davanti alla fattoria di un vecchio conoscente, nei dintorni di Copenaghen. Qualcosa non va. Un maiale morto lasciato lì. Non si fa così, in campagna. Apre la porta d'ingresso, socchiusa, con due dita, come nei film. Per vedere una cosa che non avrebbe mai voluto vedere: sangue, un cadavere mutilato, altri corpi da scavalcare. Cammina fino all'ultima stanza, dove centinaia di omini fatti di castagne e fiammiferi – infantili, incompleti, deformi – lo guardano ciechi. Stravolto, si chiude la porta alle spalle, senza sapere che l'assassino lo sta fissando.
RECENSIONE: Nel momento in cui ho finito di leggere l'ultima parola di questo libro ho tirato un sospiro. Di sollievo? No, perché questo è uno di quei libri che non vorresti che finisse mai.
La trama è abbastanza articolata. L'autore mette in campo diversi personaggi:
Kristine Harting, la figlia di Rosa, una parlamentare che un anno prima è stata rapita e la polizia ha arrestato il suo assassino.
Poco dopo in città ci saranno altri omicidi, donne semplici che vengono uccise e non solo, l'assassino amputa una mano (o due).
I poliziotti che indagano sono Hess e Thulin e dovranno cercare un filo che lega la vita di queste persone ma non sarà facile perché i possibili assassini sono tanti eppure lui è lì, in mezzo a loro.
Ho amato il personaggio di Hess. Per tutto il tempo è il tipico burbero eppure si può leggere tra le righe una crepa nel suo personaggio, qualcosa che lo ha scosso fortemente. Ho amato il suo intuito, non si ferma a guardare una foto, lui la studia, non deve pensare alla politica perché lui non è un capo quindi può andare oltre. Cerca in ogni momento un cavillo, qualcosa che possa mettere in discussione tutto quello che i poliziotti fanno ma lo fa solo per esperienza.
Al contrario non ho amato Thulin. A tratti sembrava una di quelle donne che si accontentano di quello che vedono senza andare oltre, in pratica il contrario del collega, eppure verso la fine si riprende. Mette sempre in discussione tutto quello che dice Hess e dentro di me urlavo "ma che cavolo dici?? ascoltalo!".
interessanti sono anche le descrizioni. Un paesaggio autunnale, con gli alberi, le fogli e dai mille colori autunnali, il profumo della pioggia che bagna il terreno, l'aria fresca. Tutto ti aiuta ad entrare in un mondo che non sembra tipico dei thriller.
Sono anni che non leggevo un poliziesco di questo livello.
La storia si intreccia sempre di più quando alla fine il lettore si trova tra le mani un nodo gigantesco.
E ora?
Ora inizia la parte più bella perché nell'ultima parte l'autore colpisce, con fendenti ben mirati. I colpi di scena proseguono e sono uno più importante dell'altro. Il lettore rimane senza fiato fino all'ultima pagina.
Alla fine sembra incredibile che tutte queste storie così diverse tra loro hanno un significato, sono unite tra di loro.
Soren entra nella mente del lettore e finché il libro non sarà finito non potrà chiuderlo!
Mi auguro che questo sia solo il primo di una lunga lista perché se questo è solo l'inizio abbiamo tra le mani uno scrittore d'oro!
Voto: 5/5
Consigliato: siete ancora seduti lì a leggere la recensione? Alzatevi e andate a comprarlo!
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