IL CACCIATORE DEL BUIO
di Donato Carrisi
TRAMA:
«Se non sarà fermato, non si fermerà.» Non esistono indizi, ma segni. Non
esistono crimini, solo anomalie. E ogni morte è l’inizio di un racconto.
Questo
è il romanzo di un uomo che non ha più niente – non ha identità, non ha
memoria, non ha amore né odio – se non la propria rabbia... E un talento
segreto. Perché Marcus è l’ultimo dei penitenzieri: è un prete che ha la
capacità di scovare le anomalie e di intravedere i fili che intessono la trama
di ogni omicidio. Ma questa trama rischia di essere impossibile da ricostruire,
anche per lui.
Questo
è il romanzo di una donna che sta cercando di ricostruire se stessa. Anche
Sandra lavora sulle scene del crimine, ma diversamente da Marcus non si deve
nascondere, se non dietro l’obiettivo della sua macchina fotografica. Perché
Sandra è una foto rilevatrice della polizia: il suo talento è fotografare il
nulla, per renderlo visibile. Ma stavolta il nulla rischia di inghiottirla.
Questo è il romanzo di una follia omicida che risponde a un disegno, terribile
eppure seducente. E ogni volta che Marcus e Sandra pensano di aver afferrato un
lembo della verità, scoprono uno scenario ancora più inquietante e minaccioso.
RECENSIONE: La biblioteca che frequento non è molto fornita, anzi! I libri sono divisi in narrativa (che comprende tutti i generi, dal thriller all’horror) e poi la non narrativa, quindi libri che si possono leggere per fare delle ricerche. Spesso faccio fatica a scegliere un libro da leggere ma questa settimana, vuoi che le persone non hanno preso in prestito molti libri, vuoi la fortuna, finalmente sono riuscita a prendere questo libro di Carrisi, e di certo non sarà l’ultimo.
Questo libro mi ha colpito così forte che sinceramente non vedo l’ora di
leggere qualche altro suo libro! È proprio così che mi sento di iniziare questa
recensione.
Marcus
un penitenziere riesce a trovare le anomalie nella vita quotidiana delle
persone e quindi, vedere il male. La sua vita di solitudine si intreccia, ad un
certo punto con Sandra una foto rilevatrice che lavora in polizia. Tutte due
lavorano ad un caso ma la differenza che Marcus deve fare tutto di nascosto, ed
è quello che sa fare meglio.
Ci
sono molti punti forti in questo romanzo.
Prima
di tutto l’ambientazione. Io non sono mai stata a Roma eppure il modo
affascinante con cui descriveva le vie, i monumenti e la città mi ha stregata.
È come io fossi stata lì a vedere con i miei occhi.
“I sanpietrini- i blocchetti di
leucite che da papa Sisto V in poi lastricavano le strade di Roma- erano un
mantello di velluto nero disteso lungo le vie strette e tortuose, e conferivano
ai passi dei viandanti un suono ineguagliabile. Antico. Così che chiunque si
trovava a transitare per quei luoghi aveva l’impressione di essere proiettato
nel passato.”
E
naturalmente la trama. I capitoli spesso si alternavano tra la vita di Marcus e
Sandra, sulle indagini del caso e sul fatto che, prendendo strade diverse nelle
ricerche erano riusciti a scoprire la verità. Ma non tutta, solo Marcus aveva
la reale possibilità di riuscire ad avvicinarsi alla vera risposta.
Unica
piccola pecca di questo romanzo… Sandra. In qualche punto l’ho trovata
irritante soprattutto quando parlava della sua relazione con Max, il fidanzato.
Al contrario, Marcus è uno di quei personaggi che colpiscono nella loro
semplicità.
Fino
a qualche giorno fa il mio personaggio preferito (tratto dai libri thriller)
era Lincoln Rhyme… ma ora posso dire che sul podio c’è anche Marcus.
Voto:
5/5
Consigliato:
Sì!
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PIACE. GRAZIE.