Ecco a voi la mia intervista all'autore Ludovico Paganelli. Dopo aver letto il suo libro (che mi è piaciuto tantissimo) volevo sapere di più, conoscere qualche piccola chicca del libro "Il seme della violenza".
Buona lettura!
Come nasce l’idea di questo libro “Il seme della violenza”?
Come tutte le belle cose, questo libro
nasce per caso. Tre anni fa mi trovavo spesso in treno a viaggiare sulla linea
tra Milano e Santa Margherita Ligure. Per non disperdere il tempo trascorso
seduto in solitudine sulla poltrona dello scompartimento, ho iniziato a
scrivere il mio romanzo. E più il tempo passava, più io mi appassionavo e così,
quasi senza accorgermene, dopo circa un anno sono arrivato alla fine della
storia.
Ci racconti un
aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Prima di spedire la bozza alle case
editrici, volli far leggere il romanzo a un’amica ma senza rivelare che ne
fossi io l’autore, in modo da ottenere una valutazione oggettiva e senza
condizionamenti. Lei ne rimase entusiasta e così, grazie anche al prezioso
sostegno di mia moglie Paola, inviai il tutto a 5/6 editori diversi e il primo
a rispondere fu proprio Mondadori.
Cos’hai provato quando hai visto per la prima volta il libro
stampato tra le mani?
Un’emozione indescrivibile. Ancora
oggi, a circa un anno dall’uscita e dopo essere arrivato alla terza edizione,
mi sembra un sogno vedere “Il Seme della Violenza” in vetrina o sulle mensole
delle librerie.
Margot è un commissario della polizia. A chi ti sei ispirato
per creare questo personaggio?
Ho lavorato molto intorno a Margot,
sino a realizzare un personaggio sui generis, una donna dal profilo
caratteriale carismatico e a tratti ambiguo. Lei può essere amata od odiata,
secondo le sensibilità, tuttavia mi occorreva proprio una donna come lei per
raccontare la storia che avevo in mente e per affrontare i temi che vengono
trattati all’interno del romanzo.
Visto il susseguirsi degli eventi che portano all’ultimo
capitolo ci sarà un seguito?
“Il Seme della Violenza” si conclude
con il racconto della vita della protagonista, Margot Blanchard. Restano però
aperti taluni capitoli che meritano di essere sviluppati. Quindi sì, ci sarà un
seguito.
Stai già lavorando a qualche altro progetto? Vuoi anticiparci qualcosa?
Come dicevo, sto lavorando a un secondo
romanzo, il seguito de “Il Seme della Violenza”, nel quale la storia della
vittima sarà legata a una vicenda accaduta durante la Seconda Guerra Mondiale.
Sarà una storia di solitudine, disagio e compromessi.
Hai un consiglio da dare alle persone che desiderano
scrivere un libro?
Occorrono molta costanza e
determinazione, oltre a una grande fiducia in se stessi e nelle proprie
capacità. Un altro consiglio che mi sento di dare, è di cercare di scrivere nel
modo più chiaro e lineare possibile, senza perdersi in troppi incisi o capoversi
forzati e ridondanti, che rischiano solo di disorientare il lettore.
Chi sono i tuoi autori Thriller/gialli preferiti e perché?
Agatha Christie e Georges Simenon, ma
da buon milanese anche Scerbanenco. Amo molto anche i giallisti svedesi, come Camilla
Lackberg.