Recensione: lo devo ammettere, questo libro mi ha colpito fin dal primo
momento in cui ho letto la trama. Non so perché ma questa storia sembra così
vicina alla realtà da far quasi male.
Caterina è la protagonista di questo giallo. Diciamo che se volete
capire il suo modo di agire basta leggere il primo capitolo dedicato proprio a
lei.
Arriva in California per una semplice vacanza ma conosce l’amore. Quel
tipo di amore che ti lascia con il fiato sospeso e le gambe molli. I primi anni
sono idilliaci e si può dire che lei ha tutto quello che desidera e il suo
amore viene coronato dall’arrivo di una bambina, Barbara (nome scelto grazie
alla canzone dei Beach Boys) mentre il marito continua a lavorare in questo
chiosco che pullula sempre di gente.
Però la vita riesce a darti sempre uno schiaffo quando meno te lo
aspetti. Caterina si ritrova, nel giro di poco, a dover lavorare ore intere in
quel chiosco, da sola e senza nessun aiuto perché il marito ha una malattia
degenerativa. Ormai è diventata una specie di automa, fa tutto in modo
meccanico senza neanche pensare, ascolta le richieste delle persone e lavora
senza mai alzare la testa ma tutto questo sarà solo l’inizio del suo personale
oblio.
Quando ho finito di leggere il libro mi sono chiesta: ma si può
comprendere un’assassina come Caterina? Si possono davvero uccidere delle
persone solo perché la nostra vita ha subito troppe ingiustizie?
Questo libro non l’ho letto ma letteralmente divorato (giuro, non c’era
nessun tipo di veleno tra le pagine), ho trovato affascinante non solo la
storia in sé ma la psicologia complessa e a tratti surreale di Caterina. Ogni
pagina era una scoperta continua del suo modo di agire. Mi chiedevo se alla
fine poteva mettere un freno alla sua voglia di uccidere ma sembrava che nulla
potesse fermarla. Sono rimasta basita quando, alla prima prova di omicidio,
quando l’uomo che si è mangiato il panino avvelenato, lei non si è mossa di un
millimetro. Ha guardato quel corpo a terra e a continuato a far finta di nulla.
Quando ha parlato con la polizia sembrava avesse la scusa pronta e questo suo
comportamento mi ha messo i brividi perché pensare di aver ucciso qualcuno,
anche con un veleno (quindi niente morte violenta come per qualsiasi arma)
dovrebbe lasciarti almeno della tristezza o rimpianto… invece a lei l’ha
rinvigorita, come se fosse rinata una seconda volta.
Ogni capitolo è studiato e strutturato in maniera tale da permettere al
lettore di avere una panoramica sempre amplia e nuova del personaggio e di
quello che vuole fare. Bellissime le descrizioni che mi riportano ai telefilm
che guardavo da ragazzina.
“Le struggenti note del violino suonato da un
artista di strada venivano trasportate dal vento tiepido del pacifico, mentre
il volo dei gabbiani confermava che quello sarebbe stato un giorno di sole in
California. Il cielo azzurro era solcato da bianchissime strisce di foschia,
che si levavano verso l’alto via via che l’aria veniva riscaldata dai primi
raggi del mattino e già il molo turistico di Santa Monica, a Los Angeles aveva
iniziato ad animarsi e riempirsi di gente.”
Bastano poche righe per immagina il luogo, sentire il profumo del mare e
immergersi in questa storia.
Questo è il primo libro che leggo di Christian e devo dire che mi è
piaciuto davvero molto, una storia originale con una protagonista da brividi!
Voto: 4,5/5
Consigliato: Sì, davvero un bel libro!