giovedì 15 dicembre 2022

TUTTI NELLA MIA FAMIGLIA HANNO UCCISO QUALCUNO DI BENJAMIN STEVENSON

 

Trama: A Ernie Cunningham le riunioni di famiglia non sono mai piaciute. Di sicuro c’entra il fatto che tre anni prima ha visto suo fratello Michael sparare a un uomo e lo ha denunciato, un oltraggio che non gli è ancora stato perdonato. Perché i Cunningham non sono una famiglia come le altre. C’è solo una cosa che li unisce: hanno tutti ucciso qualcuno. Ora hanno deciso di ritrovarsi per un’occasione speciale: trascorreranno un fine settimana in un resort di montagna per festeggiare l’uscita di prigione di Michael. Ma i Cunningham non sono tipi da stare in pantofole davanti al caminetto. Il giorno dell’arrivo di Michael, viene trovato il cadavere di un uomo. Ha le vie respiratorie ostruite dalla cenere, come se fosse morto in un incendio, ma non ha ustioni sul corpo. Mentre una bufera si abbatte sul resort isolandolo e la polizia brancola nel buio, spetterà a Ern capire se il colpevole è uno dei suoi familiari, prima che vengano uccisi tutti.

 

Recensione: questo libro ha fatto discutere tantissimo. C’è chi lo elogia per la diversità rispetto a tutti i gialli letti, chi lo trova abbastanza lento e a chi proprio non è piaciuto.


Ecco, io fin dalle prime righe posso dirvi che mi sono lasciata trascinare da questa marea di personaggi e situazioni che Stevenson ha creato. Non avevo aspettative, non ero in attesa di una ricerca dell’assassino ma semplicemente mi sono lasciata andare e ho letto, con gioia questo libro.

La trama è complessa, no, in realtà è abbastanza lineare ma è complessa nella sua linearità. Capito vero? Ecco, questa è la sensazione che si ha mentre leggiamo il libro.

Ernie è il vero protagonista e la cosa singolare di questo giallo è che non ci sono divisori tra il lettore e questo personaggio, infatti per tutto il tempo si rivolge al lettore ponendogli delle domande o rivolgendosi a lui come se fosse un confidente.

Ernie è uno scrittore di gialli, o meglio, scrive manuali per scrivere gialli. Il libro si apre con un capitolo molto interessante che darà il via ad una sequenza di eventi che porterà il protagonista ad accettare l’invito in un resort in montagna per partecipare ad una riunione di famiglia.

Il libro è diviso in parti con tutti i parenti di Ernie, troveremo: il fratello, la sorellastra, la madre, il padre, gli zii ecc…

Ognuna di queste parti è divisa in capitoli ed è proprio qui che, tramite intrecci di trama riusciremo a scoprire perché tutti nella sua famiglia hanno ucciso qualcuno.

A me questo libro è piaciuto moltissimo per diversi motivi. Il primo fra tutte è che finalmente ho letto un giallo diverso dal solito che non vuole strizzare l’occhio ai grandi scrittori del genere ma che vuole essere ironico e semplice. Forse è proprio questa la chiave di lettura perfetta perché non ci sono poliziotti o investigatori privati ma una famiglia sgangherata che commette una marea di errori ma che fa finta di essere unita solo per le apparenze.


Benjamin Stevenson


Credo che la tecnica usata da Stevenson sia geniale, nel prologo dice apertamente che in determinate pagine ci saranno degli omicidi. Io il prologo lo leggevo spesso per vedere se effettivamente si trovavano in quel punto gli omicidi (sì, erano giuste le pagine) ma anche per capire come questo elemento banale ha suscitato in me tanta curiosità.

Anche se le parti sono divise tra loro raccontandoci ogni volta i diversi personaggi, la storia è unica e amalgamata molto bene. Tutti i protagonisti sono uniti non solo perché sono una famiglia ma anche per i reati che hanno commesso. Il tipico effetto a farfalla: “piccole variazioni nelle condizioni iniziali producano grandi variazioni nel comportamento a lungo termine “.

A dire la verità i colpi di scena che ho trovato in questo libro mi hanno lasciato davvero a bocca aperta soprattutto scoprire chi è l’uomo che ha ucciso Michael e perché ha compiuto quel gesto.

Anche se la storia procede abbastanza spedita ho avuto anche io la sensazione di andare a rilento. In realtà non capisco se attribuire questa cosa alla scrittura di Stevenson, che alla fine non è assolutamente pesante, anzi. Oppure al fatto che ogni volta che iniziava a parlare di un nuovo parente, Ernie, doveva spiegarci esattamente chi fosse e qual era il suo ruolo nella storia.

Questo libro mi ha davvero sorpresa, è stata una scoperta piacevole che spesso mi ha strappato un sorriso ma che non mi ha mai dato l’idea di volerlo abbandonare. La voglia di capire cosa volesse raccontarmi il protagonista era troppo forte.

 

Voto: 4/5

Consigliato: Sì