Trama: A Ernie Cunningham le riunioni di famiglia non sono mai piaciute. Di sicuro c’entra il fatto che tre anni prima ha visto suo fratello Michael sparare a un uomo e lo ha denunciato, un oltraggio che non gli è ancora stato perdonato. Perché i Cunningham non sono una famiglia come le altre. C’è solo una cosa che li unisce: hanno tutti ucciso qualcuno. Ora hanno deciso di ritrovarsi per un’occasione speciale: trascorreranno un fine settimana in un resort di montagna per festeggiare l’uscita di prigione di Michael. Ma i Cunningham non sono tipi da stare in pantofole davanti al caminetto. Il giorno dell’arrivo di Michael, viene trovato il cadavere di un uomo. Ha le vie respiratorie ostruite dalla cenere, come se fosse morto in un incendio, ma non ha ustioni sul corpo. Mentre una bufera si abbatte sul resort isolandolo e la polizia brancola nel buio, spetterà a Ern capire se il colpevole è uno dei suoi familiari, prima che vengano uccisi tutti.
Recensione: questo libro ha fatto discutere tantissimo. C’è chi lo
elogia per la diversità rispetto a tutti i gialli letti, chi lo trova
abbastanza lento e a chi proprio non è piaciuto.
Ecco, io fin dalle prime righe posso dirvi che mi sono lasciata trascinare
da questa marea di personaggi e situazioni che Stevenson ha creato. Non avevo
aspettative, non ero in attesa di una ricerca dell’assassino ma semplicemente
mi sono lasciata andare e ho letto, con gioia questo libro.
La trama è complessa, no, in realtà è abbastanza lineare ma è complessa
nella sua linearità. Capito vero? Ecco, questa è la sensazione che si ha mentre
leggiamo il libro.
Ernie è il vero protagonista e la cosa singolare di questo giallo è che
non ci sono divisori tra il lettore e questo personaggio, infatti per tutto il
tempo si rivolge al lettore ponendogli delle domande o rivolgendosi a lui come
se fosse un confidente.
Ernie è uno scrittore di gialli, o meglio, scrive manuali per scrivere
gialli. Il libro si apre con un capitolo molto interessante che darà il via ad
una sequenza di eventi che porterà il protagonista ad accettare l’invito in un
resort in montagna per partecipare ad una riunione di famiglia.
Il libro è diviso in parti con tutti i parenti di Ernie, troveremo: il
fratello, la sorellastra, la madre, il padre, gli zii ecc…
Ognuna di queste parti è divisa in capitoli ed è proprio qui che,
tramite intrecci di trama riusciremo a scoprire perché tutti nella sua famiglia
hanno ucciso qualcuno.
A me questo libro è piaciuto moltissimo per diversi motivi. Il primo fra
tutte è che finalmente ho letto un giallo diverso dal solito che non vuole
strizzare l’occhio ai grandi scrittori del genere ma che vuole essere ironico e
semplice. Forse è proprio questa la chiave di lettura perfetta perché non ci
sono poliziotti o investigatori privati ma una famiglia sgangherata che
commette una marea di errori ma che fa finta di essere unita solo per le
apparenze.
Credo che la tecnica usata da Stevenson sia geniale, nel prologo dice
apertamente che in determinate pagine ci saranno degli omicidi. Io il prologo
lo leggevo spesso per vedere se effettivamente si trovavano in quel punto gli
omicidi (sì, erano giuste le pagine) ma anche per capire come questo elemento
banale ha suscitato in me tanta curiosità.
Anche se le parti sono divise tra loro raccontandoci ogni volta i
diversi personaggi, la storia è unica e amalgamata molto bene. Tutti i
protagonisti sono uniti non solo perché sono una famiglia ma anche per i reati
che hanno commesso. Il tipico effetto a farfalla: “piccole variazioni nelle condizioni iniziali producano
grandi variazioni nel comportamento a lungo termine “.
A dire la verità i colpi di scena che ho trovato in questo libro mi hanno
lasciato davvero a bocca aperta soprattutto scoprire chi è l’uomo che ha ucciso
Michael e perché ha compiuto quel gesto.
Anche se la storia procede abbastanza spedita ho avuto anche io la
sensazione di andare a rilento. In realtà non capisco se attribuire questa cosa
alla scrittura di Stevenson, che alla fine non è assolutamente pesante, anzi.
Oppure al fatto che ogni volta che iniziava a parlare di un nuovo parente,
Ernie, doveva spiegarci esattamente chi fosse e qual era il suo ruolo nella
storia.
Questo libro mi ha davvero sorpresa, è stata una scoperta piacevole che
spesso mi ha strappato un sorriso ma che non mi ha mai dato l’idea di volerlo
abbandonare. La voglia di capire cosa volesse raccontarmi il protagonista era
troppo forte.
Voto: 4/5
Consigliato: Sì