Trama: Dieci bambine scomparse nei dintorni di Berlino. Dieci piccoli corpi ritrovati nei boschi, in vecchie rimesse, in cantieri abbandonati. E un’unica traccia: una serie di fiocchi rossi appesi ai rami degli alberi, che guidano fino al luogo in cui giacciono le vittime. Sono passati quattordici lunghi anni dal primo omicidio e finalmente la polizia stringe il cerchio intorno al presunto colpevole: il filosofo di fama mondiale Walter Lesniak, ribattezzato dalla stampa il “Professor Morte”. Ma dal momento dell’arresto, quello che un tempo era uno stimato docente universitario, sembra paralizzato dallo shock e aver perduto una delle fondamentali capacità dell’uomo: la parola. Più lui tace, più le cose si complicano. C’è solo una persona che non crede alla sua colpevolezza: sua figlia Ann, determinata a provare l’innocenza di quel padre straordinario, affettuoso e protettivo, e a scoprire chi è il vero killer. Un viaggio che la porterà a esplorare i lati più oscuri dell’animo umano.
Recensione: questa è la Romy che ho conosciuto nel primo e stupendo
libro “La mia prediletta”. Questa scrittrice ha talento e si percepisce dai
dettagli delle descrizioni ma soprattutto dalle trame fuori dagli schemi.
Questo non è solo un thriller psicologico, questa è la storia di come si
possa amare un genitore, di quello che si è disposti a fare pur di salvarlo
perché l’amore sconfinato può davvero tutto.
Quasi ogni anno, nei dintorni di Belino, veniva trovata una bambina
morta. Il corpicino veniva abbandonato in qualche casetta dispersa tra i boschi
o comunque in luoghi isolati. Il serial killer però lasciava dei nastri rossi
sui rami per permettere alle persone di ritrovare le sue vittime. Passano gli
anni e questo assassino sembra introvabile finché un giorno, una squadra di
poliziotti, irrompe nella casa del filosofo Walter Lesniak. Le indagini e
alcuni indizi indicano lui come il colpevole ma la figlia Ann sa che non può
essere stato lui. Lo sa non solo perché lo conosce ma perché ha delle possibili
prove.
Il libro si concentra su questa ragazza, Ann, sul suo mondo distrutto
dopo l’arresto dell’unico genitore che ha in vita e della voglia di riscattare
il nome del padre. L’unica cosa che può fare è cercare indizi, capire il perché
alcuni anni il serial killer non ha ucciso nessuna bambina e indagare sulle
famiglie delle vittime precedenti.
Questi sono i thriller che amo, quelli che ti fanno camminare sul filo
del rasoio per tutta la lettura e dove ci sono solo due opzioni: è lui o non è
lui il colpevole? E da qui, proprio da questo punto fondamentale partono altre
mille domande.
La protagonista Ann è descritta in modo minuzioso, si percepisce la sua
fragilità, la sua difficoltà nel vivere una vita senza madre e di dover
sopportare questo peso, eppure il padre è sempre stato accanto a lei. Un padre
che non l’ha mai sgridata, che cercava di capire il perché si comportasse in un
determinato modo. Ann, questa ragazza che tira fuori tutta la sua grinta per
capire chi è il vero assassino.
L’autrice, per tutto il libro, ci lascia delle briciole di verità. Noi
lettori dobbiamo raccoglierle e pian piano raggrupparle per capire e vedere il
quadro completo.
Romy Hausmann
Per tutto il tempo sono rimasta con il fiato sospeso in attesa del gran
finale. Ci sono quei colpi di scena congeniati quasi alla perfezioni ma io ero
spinta verso il finale. Questo libro l’ho letteralmente divorato e questo non
solo grazie alla storia ma anche per la scrittura che Romy ci propone.
Le parole scorrono velocemente, tutto è equilibrato perfettamente. Le
descrizioni non sono mai esagerate o noiose, i dialoghi non si perdono in
inutili preamboli, i personaggi sono caratterizzati in maniera tale da poter
capire il loro punto di vista ma senza essere troppo ingombranti.
Ecco, se dovessi trovare un solo difetto riguarda l’amica di Ann, Eva.
Diciamo che lei è l’unico personaggio sfuggito dalla penna dell’autrice. Alcuni
tratti sono stati frettolosi però non ho dato peso alla cosa anche perché è
stata solo di passaggio.
Ecco, se vi siete innamorati del primo romanzo ma avete odiato “La mamma
si è addormentata” vi dico una cosa: date una possibilità a questo suo terzo
romanzo.
Finale che mi ha lasciato quel senso di pace, che avrà provato anche la
nostra protagonista Ann, misto a un senso di tristezza, per tutte quelle
bambine che sono state uccise.
Consigliato: assolutamente sì!
Voto: 4,5/5