Trama: Il St. Jude’s era uno dei più grandi ospedali di Londra, ma oggi è solo un guscio vuoto in attesa di essere demolito. Quando un corpo viene ritrovato nelle sue viscere, l’antropologo forense David Hunter è chiamato a dare il suo parere. Non sa dire con certezza da quanto tempo il corpo sia lì, ma è certo che si tratta di una giovane donna. E che era incinta. Poi una parte del soffitto crolla, e un altro segreto sepolto nell’ospedale torna a galla: una stanza murata che ospita diversi letti, alcuni ancora occupati. Nel frattempo, mentre la fidanzata Rachel è lontana, Hunter cerca di distrarsi prendendo a cuore il caso di Lola, un’anziana signora un po’ scorbutica che si occupa da sola del figlio colpito da ictus, e che David vorrebbe in qualche modo aiutare. Il fantasma di Grace Strachan, la psicopatica che ha cercato di ucciderlo, ancora aleggia nell’aria. Quello che sembrava un caso come tanti per il dottor Hunter diventa un incubo perverso, molto personale. E il St. Jude’s deve ancora reclamare la sua ultima vittima.
I primi capitoli di questo libro sono un susseguirsi di colpi di scena.
Beckett ingrana subito la marcia, non vuole lasciare il lettore a crogiolarsi
nei ricordi dei suoi libri passati ma vuole trasportare immediatamente il
lettore nel suo mondo.
David Hunter osserva quel copro ormai mummificato, ha bisogno di fare
analisi per accertare la morte, per capire chi è ma ha lui bastano pochi minuti
per osservare il corpo e leggere la storia che racconta. E questa volta non è
facile accettare il fatto che la donna morta era anche incinta, che
probabilmente è morta da sola, con la paura non tanto per sé stessa ma per la creatura
che portava in grembo. Mentre tutti sono concentrati nel capire chi possa aver
commesso un simile omicidio il pavimento crolla.
Tutti sono spaventati, si cerca di capire le condizioni delle persone
sotto le macerie ma proprio grazie a quel fatto viene scoperta una stanza
segreta, e il ritrovamento sarà ancora più macabro di quello precedente.
Pensate che mi ricordo esattamente la prima volta che ho acquistato un
libro di Beckett, andavo ancora alle superiori e nello scaffale delle novità c’era
questo libro dal titolo “La chimica della morte”. Diciamo che non potevo
lasciarlo lì, e per fortuna ho ascoltato il mio istinto perché è stato subito
amore alla prima lettura.
Tutti i thriller che leggo (o almeno la maggior parte) trattano la morte
in modo “superficiale”, quasi un vedo non vedo. Ti spiegano com’è morto, come
fanno le analisi o addirittura puoi vedere come uccidono ma gli scrittori
cercano di lasciare sempre quel velo di mistero e di non cadere nel macabro.
Beckett invece no, descrive la morte in modo affascinante. Riesce a
entrare nei dettagli senza darti il volta stomaco, anzi, ti induce a scoprire
di più.
“La maggior parte delle persone giudicherebbe
strana la mia professione. Macabra, addirittura. Trascorro con i morti lo
stesso tempo che passo con i vivi, esplorando gli effetti della decomposizione
e della dissoluzione per identificare resti umani e comprendere cosa possa
averli ridotti in quello stato.”
Questo è il sesto libro della serie e il protagonista continua a
stupirmi. Il suo modo pragmatico di pensare e di osservare il mondo, il suo
modo di reagire di fronte alla morte e alla mummificazione e anche come riesce
ad arrivare alla soluzione del caso creando dei legami quasi inesistenti tra
persone.
Se non conoscete Beckett questo è il momento giusto per iniziare a
leggerlo e sono sicura che non ve lo lascerete più scappare!
La serie David Hunter:
1-La chimica della morte
2- Scritto nelle ossa
3- I sussurri della morte
4- La voce dei morti
5- Acque morte
6- Il profumo della morte
Voto: 5/5
Consigliato: Sì, quando si tratta di serie, però, vi consiglio di
leggerli sempre in ordine cronologico.