RECENSIONE BATTLE ROYALE
Di Takami Kouhun
Trama: Repubblica della Grande Asia dell'Est, 1997. Ogni
anno una classe di quindicenni viene scelta per partecipare al Programma; e
questa volta è toccato alla terza B della Scuola media Shiroiwa. Convinti di
recarsi in una gita d'istruzione, i quarantadue ragazzi salgono su un pullman,
dove vengono narcotizzati. Quando si risvegliano, lo scenario è molto diverso:
intrappolati su un'isola deserta, controllati tramite collari radio, i ragazzi
vengono costretti a partecipare a un "gioco" il cui scopo è uccidersi
a vicenda. Finché non ne rimanga uno solo... Edito nel 1999, "Battle
Royale" è un bestseller assoluto in Giappone, il libro più venduto di
tutti i tempi; diventato fenomeno di culto, ha ispirato celebri film, manga
sceneggiati dallo stesso Takami e videogiochi. Scritto con uno stile insieme
freddo e violento, "Battle Royale" è un classico del pulp, un libro
controverso e ricco di implicazioni, nel quale molti hanno visto una potente
metafora di cosa significhi essere giovani in un mondo dominato dal più feroce
darwinismo sociale.
Recensione: Vi è mai capitato di imbattervi in un libro,
acquistarlo perché attratti dalla trama e poi scoprire che è il libro più
venduto del Giappone? No? Bè è quello che è successo a me con questo libro.
Girando tra gli scaffali ho deciso di acquistare un libro che esce dai miei canoni, qualcosa che difficilmente avrei acquistato così guardando i titoli e gli autori. Oltre tutto essendo anche in offerta mi sono buttata in questa nuova esperienza letteraria e sinceramente ha funzionato. Successivamente non mi è più capitato di fare un acquisto del genere però ammetto che quella volta ho avuto fortuna così sono entrata nel mondo di Battle Royale. Nel periodo in cui ho letto questo libro tutti impazzivano per “La ragazza di fuoco” di Hunger Games e sinceramente penso che l’autrice abbia scopiazzato la maggior parte delle idee proprio da Battle Royale.
Girando tra gli scaffali ho deciso di acquistare un libro che esce dai miei canoni, qualcosa che difficilmente avrei acquistato così guardando i titoli e gli autori. Oltre tutto essendo anche in offerta mi sono buttata in questa nuova esperienza letteraria e sinceramente ha funzionato. Successivamente non mi è più capitato di fare un acquisto del genere però ammetto che quella volta ho avuto fortuna così sono entrata nel mondo di Battle Royale. Nel periodo in cui ho letto questo libro tutti impazzivano per “La ragazza di fuoco” di Hunger Games e sinceramente penso che l’autrice abbia scopiazzato la maggior parte delle idee proprio da Battle Royale.
Dei ragazzi si ritrovano in un’isola e vince chi sopravvive
e per farlo devi uccidere gli altri. Ma è così facile uccidere le persone per
la propria sopravvivenza? Sì, a quanto pare perché a questi ragazzi venivano
consegnati degli zaini con oggetti diversi quindi cercavano modi diversi per
uccidersi. Gli veniva consegnata anche una cartina dell’isola divisa in zone, quando
suonava un allarme e veniva specificato una zona tutte le persone che si
trovavano lì dovevano spostarsi altrimenti sarebbero morti.
Dall’inizio del gioco si formano subito dei gruppi a parte
qualcuno che preferisce viaggiare da solo. L’autore ha diviso i capitoli in
base ai vari gruppi, come si muovevano e come riuscivano a salvarsi. ma solo un
gruppo ha deciso di non volersi uccidere tra di loro… all’inizio. Perché tutto
precipita velocemente.
Un libro che mi ha lasciato con il fiato sospeso fino alla
fine, qui la trama è superficiale perché la domanda che ti poni è solo una. Chi
sopravvivrà?
I protagonisti sono descritti nei minimi particolari e anche
se i nomi sono in giapponese non importa perché l’autore ha usato un piccolo
trucchetto per far ricordare al lettore di chi sta parlando, può essere una
sciarpa oppure il posto in cui sedevano sull’autobus prima di essere rapiti.
Il finale mi è piaciuto molto ma in qualche modo ero
riuscita ad immaginarmelo e no… non è tutto un sogno!
“Shuya: Non importa
quanto lontano, corri per tutto ciò che vali. CORRI”
“Mitsuko: Devi solo
combattere per te stessa; nessuna verrà a salvarti. E' solo la vita, giusto?”
Voto: 5/5
Consigliato: Sì!
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PIACE. GRAZIE.