Recensione: questa recensione possono iniziarla in un solo modo,
semplice ma diretto. Io ho amato tantissimo questo giallo con tinte noir. Un
poliziesco che affascina e seduce il lettore facendogli conoscere una Milano
diversa dalle copertine delle riviste, una Milano vera e spesso sofferente che
pulsa sotto i lustrini e lo sguardo della Madonnina del Duomo.
Appena ho finito di leggere il prologo ho sentito come un pugno allo
stomaco. Stiamo osservando un brutto incidente di auto. Alcuni agenti stanno
cercando di tirare fuori il conducente dall’auto in fiamme mentre il passeggero
si trova incastrato nella cancellata del parco Sempione. Alcuni uomini cercano
di darsi da fare e aiutare come possono ma quello che mi ha colpito è stato un
piccolo flash. Alcuni poliziotti e carabinieri erano fermi da una parte, senza
muovere un dito e con uno sguardo “colmo
di biasimo”. Sono bastate queste parole e nella mia mente sono iniziate a
frullare mille domande sul fatto che alcune persone non aiutassero due ragazzi
in difficoltà, sulla loro cattiveria… ma bastano pochi capitoli per avere una
visione completa di tutta la situazione.
Voi aiutereste delle persone in seria difficoltà anche se qualche
secondo prima hanno ucciso a sangue freddo diverse persone?
Siamo a Milano, una sera fredda dove la gente cammina con passo veloce
tra le vie della città quando due ragazzi iniziano a sparare con un Kalashnikov
e solo dopo scappano a tutta velocità su un’auto.
Rudi è tra le prime persone che arriva sul luogo della strage fatta di
sangue e corpi senza vita ma la parola che salta subito all’orecchio di tutti è:
Bataclan.
Seguire una pista non è facile, tutti potrebbero pensare che sia una
goliardata o un attacco terroristico ma Rudi, grazie alla sua squadra affiatata
riesce a guardare oltre la superficie. Riuscire a leggere e scovare la verità
che porterà i protagonisti verso la soluzione del caso.
Sorrido sempre quando un libro è ambientato nella mia cara città. Qui
Milano viene completamente spogliata dai soliti cliché e portata a nudo. Ferita
nella sua parte più bella e descritta con eleganza e autenticità. Ho apprezzato
questo suo lato che spesso gli scrittori tengono nascosto, invece Alessandro
Bongiorni non ha usato nessun filtro, ma questo non l’ha fatto solo con la
città ma anche con Rudi e tutti i suoi protagonisti.
La squadra è composta da diverse persone che sono diverse tra loro ma
che in qualche modo si amalgamano alla perfezione ed è proprio questo il tasto
vincente. Se tutte le forze dell’ordine cercano di seguire le indagini come da
manuale, Rudi capisce fin da subito che questo caso è fuori dagli schemi,
proprio come lui.
Piccoli colpi di scena spingono il lettore a continuare a leggere,
complici anche due elementi fondamentali: i capitoli e la scrittura.
Io sono una di quelle lettrici che ama i capitoli brevi, mi permettono
di immergermi facilmente nella lettura ma anche di leggere in qualsiasi luogo.
La scrittura. Qui thrilleriani non posso che togliermi il cappello e
fare i complimenti allo scrittore che non usa troppi giri di parole ma che
comunque riesce ad essere pungente e coinvolgente. Una scrittura asciutta, come
piace a me, che riesce a spingerti a leggere 100 pagine senza rendertene conto.
Un libro che consiglio a tutti, sia a chi non ha letto molti gialli ma
anche a chi cerca sempre un libro nuovo che tiene il lettore incollato alle
pagine.
Voto: 5/5
Consigliato: Assolutamente sì!