Trama: Da quando il cadavere è stato scoperto nei boschi di Perugia, Martelli sa che è iniziata una corsa contro il tempo. Trovare il colpevole è la massima priorità per il commissario e la sua squadra, ma le indagini sembrano girare su se stesse e gli indizi non portano a nulla. Quali interessi possono spingere a uccidere in modo tanto brutale? Cosa si nasconde dietro la morte? Forse non è soltanto un omicidio, forse c’è un disegno più grande che deve essere svelato per evitare che il male colpisca ancora. Intanto, le note di un carillon riempiono una cantina polverosa. È questo il suono della paura? È questa la melodia del dolore?
Recensione: ho una piccola
confessione da farvi. Quando in un libro c’è un carillon mi fa lo stesso
effetto dei pagliacci. Un brividino lungo la schiena.
Questo è un thriller classico
dove c’è un cadavere e la ricerca dell’assassino ma la cosa speciale è tutto
quello che gira attorno a questa premessa.
Dobbiamo solo aspettare poche
pagine per leggere la descrizione di come è stato ritrovato il cadavere. Io
sono abituata a Simon Beckett e ai suoi cadaveri già decomposti, ma in questo
caso devo dire che lo scrittore non ha lasciato nulla all’immaginazione e si è
concentrato anche sui particolari:
“Dal torace fino all’inguine
correva un lungo taglio, ricucito rozzamente con lo spago. La testa, malamente
rasata, presentava qua e là qualche graffio ed era stata poggiata su un piccolo
tumulo di pietre.”
Questa è la scena che si
trovano davanti agli occhi le forze dell’ordine e il loro unico pensiero è
quello di catturare la persona che ha commesso questo brutale omicidio e
scoprire anche dove è stato deturpato il corpo visto che intorno al cadavere
non c’è sangue.
Il commissario Martinelli è
una di quelle persone che sa cosa vuole ma anche come ottenerlo ma è difficile
riuscire a digerire il suo comportamento, personalmente mi ci sono voluti diversi
capitoli per inquadrarlo e spalleggiarlo nella ricerca dell’omicida.
I capitoli principali vengono
sospesi da brevi spezzoni dove vediamo scopriamo alcune cose sull’assassino. La
sua mania del carillon e quello che rappresenta per lui.
Io qui alzo le mani, se mi
chiedete cosa non mi è piaciuto di questo libro non saprei cosa rispondervi
perché ho amato la scrittura di Federico, ricca e spontanea dove la pagine
scivolano velocemente. Le descrizioni che sono calibrate in modo tale da non
annoiare il lettore ma allo stesso tempo ad affascinarlo o incuriosirlo.
Con questo libro è riuscito a
non raccontare la solita storia assassino-commissario ma ha cercato di
raccontarci qualcosa in più, quel piccolo puntino che rende straordinario un
libro e che alla fine della lettura, una volta che interiorizzato il tutto
aspetti con gioia il prossimo thriller.
Sono felice di essere riuscita
a “visitare” Perugia, città che non ho mai visto dal vivo ma che ho assaporato
grazie a “note stonate di un carillon nella notte”
Se cercate un thriller intenso
e che leggerete tutto d’un fiato, questo libro è perfetto per voi.
Voto: 5/5
Consigliato: Cosa state
aspettando? Certo che lo consiglio!