venerdì 23 settembre 2022

LA STAZIONE DI JACOPO DE MICHELIS

 

Trama: Milano, aprile 2003. Riccardo Mezzanotte, un giovane ispettore dal passato burrascoso, ha appena preso servizio nella Sezione di Polizia ferroviaria della Stazione Centrale. Insofferente a gerarchie e regolamenti e con un'innata propensione a ficcarsi nei guai, comincia a indagare su un caso che non sembra interessare a nessun altro: qualcuno sta disseminando in giro per la stazione dei cadaveri di animali orrendamente mutilati. Intuisce ben presto che c'è sotto più di quanto appaia, ma individuare il responsabile si rivela un'impresa tutt'altro che facile. Laura Cordero ha vent'anni, è bella e ricca, e nasconde un segreto. In lei c'è qualcosa che la rende diversa dagli altri. È abituata a chiamarlo “il dono” ma lo considera piuttosto una maledizione, e sa da sempre di non poterne parlare con anima viva. Ha iniziato da poco a fare volontariato in un centro di assistenza per gli emarginati che frequentano la Centrale, e anche lei è in cerca di qualcuno: due bambini che ha visto più volte aggirarsi nei dintorni la sera, soli e abbandonati. Nel corso delle rispettive ricerche le loro strade si incrociano. Non sanno ancora che i due misteri con cui sono alle prese confluiscono in un mistero più grande, né possono immaginare quanto sia oscuro e pericoloso. Su tutto domina la mole immensa della stazione, possente come una fortezza, solenne come un mausoleo, enigmatica come una piramide egizia. Quanti segreti aleggiano nei suoi sfarzosi saloni, nelle pieghe dolorose della sua Storia, ma soprattutto nei suoi labirintici sotterranei, in gran parte dismessi, dove nemmeno la polizia di norma osa avventurarsi? Per svelarli, Mezzanotte dovrà calarsi nelle viscere buie e maleodoranti della Centrale, mettendo a rischio tutto ciò che ha faticosamente conquistato. Al suo ritorno in superficie, non gli sarà più possibile guardare il mondo con gli stessi occhi e capirà che il peggio deve ancora venire.

 

Recensione: devo dire che questa trama non mi ha mai convinta al 100%. C’era sempre qualcosa che mi disturbava e a vedere la mole del libro, non so perché, non mi faceva venire la voglia di iniziare. Sono sempre stata una lettrice carnivora, amo i thriller e gialli e se hanno anche 800 pagine sono felice, ma con questo… no.


E avevo ragione.

Sono una delle poche voci fuori dal coro ma questo libro non mi è piaciuto per moltissimi motivi. La storia si dirama in due filoni principali, quella con Riccardo Mezzanotte, un giovane ispettore e Laura Cordero una ragazza che lavora in un centro di assistenza per emarginati.

La Stazione è il luogo che accomuna i due protagonisti e da lì si dirama la storia. Raccontare di più mi spinge a fare spoiler e non voglio assolutamente farlo, quindi fischietto e faccio la vaga!

Prima di tutto parlo delle due cose positive. La scrittura, diciamo che l’autore ha il dono di scrivere tanto e di non appesantire la narrazione. Le pagine scorrono velocemente e per spiegarvi quanto vi posso dire che 870 pagine le ho divorate in due giorni. Quello che aiuta tanto questo tipo di scrittura sono le frasi brevi e i capitoli. Infatti, il secondo punto positivo sono proprio i capitoli che si alternano tra i vari personaggi quindi il lettore si trova sempre delle scene nuove e lo spinge a proseguire con la lettura.

Il problema sono i punti negativi, ecco, questa cosa l’hanno detta in tantissimi e concordo in pieno con i giudizi di altri lettori: troppo. Troppo di tutto, le descrizioni lunghissime, le scene raccontate quasi fino allo sfinimento. Questo è il tipico libro dove puoi togliere tranquillamente 300 pagine senza togliere nulla alla narrazione.


La stazione centrale di Milano

Nei primi capitoli la polizia sta aspettando i tifosi romanisti alla stazione centrale di Milano, solo per descrivere quella scena, fare la panoramica su come vengono disposte le forse dell’ordine, descrivere quello che è successo dentro il vagoni ci sono volute pagine e pagine… ma perché? Quando sono arrivata alla fine di questa prima parte mi sono chiesta: e quindi?

Se la prima parte l’ho trovata abbastanza pesante, la seconda parte, dove la storia si concentra maggiormente sul “dono” di Laura, posso dire di averlo trovato abbastanza assurdo.

Intendiamoci, io amo i gialli o thriller con quella vena che può essere definita soprannaturale o comunque che si distacca dalla realtà, però da un libro così non me lo sarei mai aspettato.

Sono sicura quando dico che la penna di Jacopo De Michelis è davvero affascinante e travolgente e che riesce a catturare il lettore con molta facilità però spero solo che il prossimo romanzo sia più coinciso, senza troppi giri di parole.

 

Consigliato: Ni, diciamo che non è un giallo che mi ha lasciato con la bocca aperta.

Voto:2,5/5