Trama: Billy Summers è un sicario, il migliore sulla piazza, ma ha una sua etica: accetta l'incarico solo se il bersaglio è un uomo davvero spregevole. Ora ha deciso di uscire dal giro, ma prima deve portare a termine un'ultima missione. Veterano decorato della guerra in Iraq, Billy è tra i più abili cecchini al mondo: non ha mai sbagliato un colpo, non si è mai fatto beccare - una specie di Houdini quanto si tratta di svanire nel nulla a lavoro compiuto. Cosa potrebbe andare storto? Stavolta, praticamente tutto.
Recensione:
devo ammettere che scrivere una recensione dei libri di King è davvero
difficile. Quando leggo un suo libro mi sento completamente svuotata e con
questo libro mi sento ancora più provata, come dopo una lunga corsa.
Billy
Summers è un sicario. Leggendo solo questa frase si può pensare che sia una
persona cattiva perché alla fine commette il reato di omicidio, eppure, il caro
e buon vecchio King riesce a ribaltare anche quello che pensavi da sempre: chi
uccide è davvero il male?
Questo
sarà il suo ultimo incarico e Billy può finalmente tirare un sospiro di
sollievo. Dovrà scappare per l’ultima volta, forse in qualche bel posto al
caldo, e grazie ai soldi che si ritroverà sul conto corrente non dovrà più fare
nulla per il resto della sua vita. Questo è il suo primo pensiero ma ben presto
si renderà conto che alcune cose iniziano ad essere “strane” e diverse rispetto
a tutti i suoi lavori precedenti.
La
persona che dovrà uccidere non sa quello che ha fatto per meritarsi una
pallottola, a lui non interessa. Preferisce sempre guardare il lato tecnico
della situazione: da dove sparare, quando e come scappare.
Billy
si trova in un palazzo mentre attende il momento dell’esecuzione ma non sarà
una cosa “veloce”, dovrà passare diverso tempo dentro quelle mura così dovrò inventarsi
una vita parallela, un motivo del perché si è trasferito in una cittadina che
probabilmente non conosce nemmeno Dio, così diventa un aspirante scrittore. Sia
i suoi vicini di casa che di ufficio sono incuriositi da questo personaggio che
sta cercando di diventare famoso con il suo libro.
L’attesa
è lunga e durante il giorno inizia a scrivere sul computer una storia. La sua
storia.
Ora,
prendete tutte le sensazioni più belle che avete provato leggendo un libro,
mettetele in uno shaker e agitatelo. Questo è quello che ho provato leggendolo!
Ogni
pagina, ogni momento (anche quello meno interessante) mi lasciava sempre
stupita. In qualche modo mi ha ricordato le emozioni che avevo sentito leggendo
il suo romanzo 22/11/63.
Billy
Summers non può non piacere, si sente ed esce in modo prepotente dalle pagine
che lui è una persona buona. Fa quel lavoro per sopravvivere e riesce a farlo
bene ma questo passa in secondo piano. Mi è piaciuta la sua serietà
nell’accettare il lavoro e nell’organizzarlo ma ho apprezzato ancora di più
quando ha iniziato a lasciarsi andare e a scrivere la sua storia.
Ci
sono proprio dei capitoli dove viene utilizzato un font diverso dove veniamo a
conoscenza del suo passato e di quello che ha dovuto sopportare. Del fatto che
ha perso una persona cara per colpa di una manciata di biscotti e lui questo lo
corrode ancora, anche se sono passati molti anni.
Il
libro non si concentra solo su questo omicidio commissionato ma anche su quello
che avviene dopo… e qui mi fermo per non fare spoiler!
Sapete
cosa mi ha colpito di più? Che qui, King, ha creato un’atmosfera diversa
rispetto ad altri suoi libri, quasi una confessione intima con il lettore.
Da
sfondo c’è sempre l’amore… uno di quelli strani, che nascono in modo pazzesco
ma che ti trasportano via come un uragano.
In
definitiva, questo è entrato di prepotenza tra i miei libri preferiti di King.
Al primo posto: 22/11/63 e subito dopo questo!
Voto:10/10 sì, voto
massimo.
A chi lo consiglio: a
tutti gli amanti di King, ovvio, ma soprattutto a tutti quei lettori che si
vogliono approcciare a King ma hanno paura di trovarsi di fronte a uno
scrittore “difficile” da affrontare e a tutti quelli che dicono che King è
horror. NO! King è un mondo e questo romanzo non fa assolutamente paura, anzi!