Recensione: Io ero rimasta piacevolmente folgorata dal primo libro di
Marco. Un thriller che sembra (e sottolineo sembra) abbastanza semplice ma che dalla
metà in poi si trasforma completamente. Spazza via tutti i cliché e lascia il
lettore quasi senza fiato grazie ai colpi di scena. Ho subito pensato che
questo primo romanzo fosse magistrale, peccato che non avevo ancora letto il
secondo.
Questo libro non è solo un thriller ma grazie a Valentina, la
protagonista, scendiamo in un abisso che l’uomo ha creato fatto di cattiveria e
violenza. Un viaggio difficile da intraprendere sia dal punto di vista Di Valentina
ma anche per chi legge.
Samael, un serial killer spietato guidato da un suo credo personale e
non sarà facile per la squadra riuscire a capire la sua vera identità perché si
nasconde dietro messaggi criptati e nel dark web eppure Valentina trova un
piccolo spiraglio, ma questo, per lei significa ritornare nel suo passato e
affrontare qualcosa di davvero terribile.
Leggere il secondo libro di un autore non è mai facile. Le aspettative
sono sempre alte e speri che sia riuscito a salire di qualche gradino per
lasciarmi ancora più stupefatta. Qui Marco de Franchi ha preso direttamente l’ascensore!
Quando ho chiuso il libro mi sono sentita davvero soddisfatta, una lettura che
non considero assolutamente leggera ma ha una trama complessa, fatta da diversi
punti di vista che ti spinge a leggere.
I protagonisti sono cambiati psicologicamente rispetto al primo libro,
soprattutto Valentina e questo si percepisce ad ogni pagina. La sua sofferenza,
il suo cercare di tornare alla normalità ma facendo fatica a parlare e ad
affrontare il passato. Un personaggio che apprezzi per le sue mille
sfaccettature e che riesci a comprendere facilmente.
Tutto è pensato e calibrato in modo perfetto, le descrizioni sono una
parte fondamentale:
“Non era ancora pioggia, ma lo sarebbe
diventata presto. Gaja Giannini presagiva un diluvio nero, fitto, che avrebbe
lordato e mescolato tutti i colori. Come grigi e sommersi erano i suoi pensieri
in quel momento.”
Una pennellata semplice di colore ma che ti catapulta nel mondo di Gaja.
E Marco ha questa bellissima capacità di coccolare il lettore con delle parole
bellissime, che avvolgono e ti fanno sentire dentro la storia.
“Sopra di te poche stelle e tanto catrame. La
luna piena s’incastra in una fessura nel cielo e all’improvviso scompare,
ingoiata da una nuvola più densa dell’altra. Non piove e non fa freddo.”
Tutta la parte del thriller è un congegno ben studiato, ogni cosa la
scopriamo pian piano in modo tale da non sentirci smarriti (considerando i
diversi punti di vista e le numerose cose che accadono).
Un libro stupendo che è riuscito a superare la bellezza del primo, Marco
è uno scrittore con la S maiuscola e così, nel giro di solo due libri è entrato
nell’olimpo dei miei scrittori preferiti.
Voto: 5/5
Consigliato: assolutamente sì ma vi consiglio di partire dal primo libro
che si intitola “La condanna dei viventi”.