lunedì 19 giugno 2023

MORIRE TI FA BELLA DI STEFANIA CREPALDI

Trama: Esiste il lavoro dei sogni, e poi esiste il lavoro che il destino decide per te. Fortunata vorrebbe fare la pasticciera e, quando può, si rifugia nel laboratorio di Mario, un amico che le insegna l’arte dei dolci. Suo padre Emilio, però, è il titolare di un’agenzia di pompe funebri, e per mandarla avanti ha bisogno di lei, del suo talento nella preparazione dei defunti. Sempre a contatto con la morte, di cui si prende cura nel migliore dei modi, Fortunata insegue la vita e non chiede altro che essere libera di scegliere il proprio futuro. Ma cosa succede quando il destino si mette di traverso? Il rampollo di una dinastia di gioiellieri precipita da un palazzo veneziano. Un suicidio, o forse un tragico incidente. Il colonnello della guardia di finanza Dante Braghin ha più di un dubbio e chiede a Fortunata di esaminare il cadavere: il suo occhio sa notare dettagli che potrebbero sfuggire anche al miglior anatomopatologo. Suo malgrado, la ragazza verrà così coinvolta in un’indagine pericolosa, quando l’unica cosa che vorrebbe è creare torte e portare dolcezza nella vita delle persone. 

 

Recensione: spesso quando guardo una copertina e leggo il titolo già mi immagino parte della storia. Mi creo delle aspettative che quando vengono completamente ribaltate mi danno una specie di scossa che mi fa amare ancora di più quello che sto leggendo.

Questo è il caso perfetto!


Fortunata è una ragazza che ha un sogno nel cassetto, preparare dolci. Un sogno abbastanza facile da realizzare penserete voi. Invece no. Lei deve seguire le orme di suo padre Emilio e lavorare per l’agenzia di pompe funebri. Lei sa come parlare con i clienti e come trattare al meglio un corpo. La sua vita si può quasi definire monotona fino a quando muore una persona importante.

Io vi devo dire la verità, mi sono sempre chiesta quanto sia difficile lavorare con i cadaveri. Nei telefilm li vediamo sempre belli, perfetti, ma in realtà come sono?

Il libro si apre con la morte di un bambino di due anni e quello che mi ha colpito di più è stata la delicatezza con cui Stefania ha raccontato questo momento e credo proprio che il punto di forza della scrittrice sia proprio questo: raccontare facendo vivere il momento al lettore.

Ci troviamo a Chioggia in una delle località forse più famose del Veneto e anche se non l’avete mai visitate potrete farlo con la fantasia:

“Chioggia è un vero spettacolo mentre attende l’alba. Il profumo penetrante di salsedine sprigionato dalla notte pervade i sensi. Le barche dei pescatori al largo disegnano ombre più scure mentre il sole si risveglia”

E se non avete mai assistito al Palio potrete goderne facilmente della sua bellezza:

“Fuoco. Lingue di fuoco che sfidano la gravità e roteano dalle mani sapienti di un giullare a un altro. Il cielo è una coperta nera stesa sulle nostre teste. A illuminare la scena a cui sto assistendo a due passi da casa, in piazza Vigo, sono le stelle. Sulla piazza un terzetto di musicisti: il suono dell’arpa, del liuto e del flauto accompagna il fuoco che volteggia in un movimento incessante.”

Diapositive di momenti che vorrei vivere anche io.

Fortunata è uno di quei personaggi che fin da subito trovi simpatica. Riesci a capire e a percepire la sua tristezza nel non poter seguire il proprio sogno e nel fatto che il padre ha ormai tracciato la strada lavorativa anche per lei. Nella sua vita vuole solo dolcezza e poter vedere le persone sorridere mentre assaggiano un dolce e non vederle piangere e consolare.


Chioggia

Tutta la parte del giallo si sviluppa in modo lineare e il rapporto che si consolida tra il colonnello che segue le indagine Braghin e Fortunata spinge il lettore a credere che sia nata una nuova coppia investigativa del giallo.

Parlare di morte non è facile ma l’autrice ha un tatto delicato nel raccontare alcuni momenti difficili e lo fa anche scegliendo con cura le parole e sorprendendo il lettore:

“La morte lascia segni difficili da cancellare. Se è violenta, sgrana gli occhi e spalanca la bocca. Se è improvvisa. Lascia delle rughe attorno allo sguardo, lo stupore di chi proprio non se lo aspetta un finale simile.”

Un giallo che mi ha colpito, che mi ha fatto sorridere quando trovavo delle parole in dialetto e che inevitabilmente mi trasportavano alla mia infanzia e mi ha lasciato affascinata per le descrizioni precise e suggestive.

Uno di quei gialli che quando lo chiudi sorridi soddisfatta perché sai di aver letto un gran bel libro!

Sono qui in attesa di una nuova avventura di Fortunata perché credo che abbia ancora tanto da raccontare.

Voto: 5/5

Consigliato: Assolutamente sì!