giovedì 7 luglio 2022

OLIVA DENARO DI VIOLA ARDONE

 

È il 1960, Oliva Denaro ha quindici anni, abita in un paesino della Sicilia e fin da piccola sa - glielo ripete ossessivamente la madre - che «la femmina è una brocca, chi la rompe se la piglia». Le piace studiare e imparare parole difficili, correre «a scattafiato», copiare di nascosto su un quaderno i volti delle stelle del cinema (anche se i film non può andare a vederli, perché «fanno venire i grilli per la testa»), cercare le lumache con il padre, tirare pietre con la fionda a chi schernisce il suo amico Saro. Non le piace invece l'idea di avere «il marchese», perché da quel momento in poi queste cose non potrà più farle, e dovrà difendersi dai maschi per arrivare intatta al matrimonio. Quando il tacito sistema di oppressione femminile in cui vive la costringe ad accettare un abuso, Oliva si ribella e oppone il proprio diritto di scelta, pagando il prezzo di quel no. 


 

Recensione: questo è uno di quei libri che mi è entrato prepotentemente nel cuore. Sarà il fatto che ho origini siciliane o perché avrei voluto abbracciare e rassicurare Oliva quasi ogni capitolo. Non saprei dirvelo con certezza ma quello che so è che merita davvero di essere letto e amato.


 Ci troviamo in un piccolo paesino siciliano negli anni ’60. Avete presente quei piccoli borghi dove tutti sanno sempre tutto, e se non lo sanno, inventano? Ecco, già da questo particolare si può capire le persone che abitano qui.

Oliva è una ragazzina che ama passare il tempo con suo padre, un uomo che non parla mai e che ama i silenzi. Anche se vorrebbe contraddire la moglie non lo fa mai, preferisce rifugiarsi dietro un mutismo che alcune volte colpisce più di una parola. Ma Oliva sta crescendo e ora per andare in giro non può farlo da sola ma deve essere accompagnata dal fratello. Non deve sorridere ai ragazzi, non deve sporcare il vestito buono, non deve correre e deve sempre essere in ordine… perché la gente non deve parlare.

Se il padre è una persona buona che vuole solo vedere i figli felici, la madre ha un carattere molto forte e una mentalità troppo chiusa. Il suo compito è far “maritare” le figlie, non importa se poi la figlia maggiore non ha un matrimonio felice, sul viso ha dei lividi perché “è caduta”, importante che si sposano.

Ma Oliva è diversa. Lei vuole molto di più dalla vita.

 Ci sono molte cose che ho amato di questo libro e quello che mi ha colpito maggiormente è il fatto che l’autrice abbia tolto il velo che separa il lettore dal romanzo. Ha abbattuto una barriera che spesso si alza involontariamente, e questo permette al lettore di percepire tutte le sfumature del libro.

Mi sembrava di sentire parlare i personaggi in siciliano, quel dialetto che io ho imparato ascoltando mia mamma parlare con mia nonna o le sue sorelle. Oppure quando Oliva assaggia l’arancia rossa e matura sulla lingua ho sentito un pizzico tipico degli agrumi.

 Oliva è un personaggio che davvero ti entra nel cuore, ho fatto il tifo per lei tutte le volte che la vedevo combattere e mi veniva voglia di dirle che alcune frasi che diceva sua madre erano solo il pensiero di persone vecchio stampo. Eppure, man mano che il romanzo procede si vede il cambiamento netto dei suoi pensieri. Lei vuole lottare quando subisce una grossa ingiustizia e vuole studiare perché pensa che sia importante. Che anche le donne devono lavorare e non nascono solo per fare figli.

 Quello che mi ha stupito è pensare che sono passati pochissimi anni da questo tipo di pensieri, dal fatto che se non arrivavi vergine al matrimonio sei una persona che non si sarebbe mai sposata. E poi penso ha quanta strada abbiamo fatto. A come le donne hanno preso il loro spazio nel mondo. A piccoli passi, ma ci siamo riuscite.

 Questo è un libro che mi sento di consigliare a tutti, è un libro che parla di famiglia, di donne di rinascita e di giustizia. Un libro che ricorderò e ricorderete per moltissimo tempo.

 

Voto: 5/5