Trama: Francesca Zanardelli è appena tornata dalla pausa pranzo, dopo una qualsiasi mattinata in ufficio. Ma quando va in bagno a lavarsi i denti, trova una sorpresa: la sua odiosa compagna di scrivania è morta, strangolata di fresco, con la testa appoggiata sulle maioliche del gabinetto e il cappio ancora intorno al collo.
Il cadavere ha un’aria stranamente ordinata – le mani incrociate sul petto, la
gonna riassettata – come se l’assassino fosse un tipo che detesta il disordine,
anche mentre ammazza qualcuno.
Chi potrebbe avere ucciso un'impiegata – fiacca – ma che non aveva mai fatto
male a nessuno?
La Procura di Milano si butta con foga nelle indagini sull’Azienda Omicidi, come la ribattezzano i giornalisti, mentre l'assassino continua a
uccidere indisturbato. Bisogna fermarlo, ma come?
Recensione: da lettrice
sto passando un periodo dove mi piace alternare thriller abbastanza difficili
da affrontare e i cozy crime (sono tutti quei gialli dove a investigare sono
persone comuni e la storia tende ad essere simpatica e a strappare qualche
sorriso). Quando mi sono imbattuta in questo libro ho pensato che fosse
perfetto per me.
Francesca in ufficio e
quando va in bagno scopre che la sua collega è morta. Presa dal panico va nell’ufficio
del suo capo che fa chiudere immediatamente le porte dell’edificio e chiama la
polizia.
Le opzioni sono due, o l’assassino
è entrato da una delle finestre del piano inferiore, ha commesso il reato e poi
è scappato oppure è una delle persone che lavora nello stesso ufficio.
Ecco, diciamo che la
storia gira proprio intorno a queste due domande, continuamente, ripetute quasi
fino alla nausea.
Dico subito che questo
non è un vero giallo, la protagonista Francesca non indaga per scoprire chi è l’assassino,
non va in giro a fare domande ma si limita a chiedersi continuamente chi possa
essere stato. Questo elemento è perfetto negli istanti successivi alla tragedia
ma alla fine voglio vedere dell’azione, qualcosa… alla fine non è successo
niente!
Nei giorni in cui il suo
reparto era chiuso conosciamo i genitori di Francesca, il padre il tipico
bonaccione che ti viene voglia di abbracciare mentre la madre è la tipica donna
che ti fa cadere le braccia, la sua unica missione è far sposare la figlia. Ma
perché? Perché insistere su questo punto? Naturalmente l’ultimo capitolo ci
sarà una sorpresa (la chiamo così ma era talmente ovvio che alla fine avrei
voluto lanciare il libro dalla finestra) e mi chiedo come sia possibile essere
arrivati così velocemente fino a quel punto.
La soluzione è molto
ovvia, non c’è stata nessuna sorpresa, non sono rimasta spiazzata dalla
risoluzione anche perché non c’erano alternative.
Devo dare un voto o si è
capito che non mi è piaciuto? Diciamo che c’era davvero un grande potenziale ma
che alla fine non è stato sfruttato.
Ci sono talmente tanti
cozy crime bellissimi e che vale la pena leggere… questo, per me è un NO pieno.
Voto: 1,5/5
Consigliato: ma anche no.