venerdì 16 febbraio 2024

OMICIDI IN PAUSA PRANZO DI VIOLA VELOCE

 

Trama: Francesca Zanardelli è appena tornata dalla pausa pranzo, dopo una qualsiasi mattinata in ufficio. Ma quando va in bagno a lavarsi i denti, trova una sorpresa: la sua odiosa compagna di scrivania è morta, strangolata di fresco, con la testa appoggiata sulle maioliche del gabinetto e il cappio ancora intorno al collo.

Il cadavere ha un’aria stranamente ordinata – le mani incrociate sul petto, la gonna riassettata – come se l’assassino fosse un tipo che detesta il disordine, anche mentre ammazza qualcuno.
Chi potrebbe avere ucciso un'impiegata – fiacca – ma che non aveva mai fatto male a nessuno?
La Procura di Milano si butta con foga nelle indagini sull’
Azienda Omicidi, come la ribattezzano i giornalisti, mentre l'assassino continua a uccidere indisturbato. Bisogna fermarlo, ma come?


Recensione: da lettrice sto passando un periodo dove mi piace alternare thriller abbastanza difficili da affrontare e i cozy crime (sono tutti quei gialli dove a investigare sono persone comuni e la storia tende ad essere simpatica e a strappare qualche sorriso). Quando mi sono imbattuta in questo libro ho pensato che fosse perfetto per me.


Francesca in ufficio e quando va in bagno scopre che la sua collega è morta. Presa dal panico va nell’ufficio del suo capo che fa chiudere immediatamente le porte dell’edificio e chiama la polizia.

Le opzioni sono due, o l’assassino è entrato da una delle finestre del piano inferiore, ha commesso il reato e poi è scappato oppure è una delle persone che lavora nello stesso ufficio.

Ecco, diciamo che la storia gira proprio intorno a queste due domande, continuamente, ripetute quasi fino alla nausea.

Dico subito che questo non è un vero giallo, la protagonista Francesca non indaga per scoprire chi è l’assassino, non va in giro a fare domande ma si limita a chiedersi continuamente chi possa essere stato. Questo elemento è perfetto negli istanti successivi alla tragedia ma alla fine voglio vedere dell’azione, qualcosa… alla fine non è successo niente!

Nei giorni in cui il suo reparto era chiuso conosciamo i genitori di Francesca, il padre il tipico bonaccione che ti viene voglia di abbracciare mentre la madre è la tipica donna che ti fa cadere le braccia, la sua unica missione è far sposare la figlia. Ma perché? Perché insistere su questo punto? Naturalmente l’ultimo capitolo ci sarà una sorpresa (la chiamo così ma era talmente ovvio che alla fine avrei voluto lanciare il libro dalla finestra) e mi chiedo come sia possibile essere arrivati così velocemente fino a quel punto.

 Io da un giallo, anche se semplicissimo, mi aspetto una sorta di indagine, un qualche tipo di ricerca ma in questo caso non si vede niente, Francesca continua tranquillamente la sua vita e si pone domande senza entrare in azione e giuro che ero irritata da questa cosa. Una protagonista moscia che sembra aspettare l’angelo dal cielo per poter arrivare alla fine della storia.

La soluzione è molto ovvia, non c’è stata nessuna sorpresa, non sono rimasta spiazzata dalla risoluzione anche perché non c’erano alternative.

Devo dare un voto o si è capito che non mi è piaciuto? Diciamo che c’era davvero un grande potenziale ma che alla fine non è stato sfruttato.

Ci sono talmente tanti cozy crime bellissimi e che vale la pena leggere… questo, per me è un NO pieno.

Voto: 1,5/5

Consigliato: ma anche no.