Trama: Ad Alveno, paese di poche anime tra i monti del Trentino, Alice ha lasciato i ricordi più belli e anche i più atroci. Dopo alcuni anni di assenza, sta andando lì con gli amici di sempre. Sono in macchina, diretti al Nido del Pettirosso, l’albergo che i suoi genitori gestivano quando lei era ancora una bambina e che ora sua madre Laura ha deciso di vendere per lasciarsi alle spalle i tragici eventi accaduti nei dintorni. Undici anni prima, infatti, sua sorella Sara era stata ritrovata morta in fondo a un burrone: come siano realmente andate le cose resta un mistero ma la sua famiglia, nel frattempo, è andata in pezzi.
L’indomani, Laura riceve una telefonata dalla polizia: l’auto su cui viaggiava Alice è finita in una scarpata; lei e un suo amico si sono allontanati per chiedere aiuto e da quel momento nessuno ha più avuto notizie di loro. Laura si precipita sul posto per seguire le indagini, portate avanti dall’agguerrita ispettrice Valenti. Possibile che la montagna voglia prendersi anche l’unica figlia rimastale?
Tutte le paure e i dubbi del passato si
riaffacciano come ospiti indesiderati dalle finestre delle stanze ormai vuote
del Nido del Pettirosso: che fine ha fatto Alice? La sua scomparsa è legata in
qualche modo alla morte di Sara? Riusciranno Laura e l’ispettrice Valenti a
ritrovare la ragazza prima che accada di nuovo l’irreparabile?
Recensione: amo
buttarmi a capofitto in una nuova avventura. Come tutti noi lettori mi
piacerebbe avere tanto tempo per leggere ma ancora di più avere un libro “volta
pagina”… ma non sempre siamo fortunati.
La storia è ambientata
tra le montagne del Trentino, un posto che personalmente definirei magnifico e
la storia gira attorno a una famiglia. Alice è sparita dopo un incidente d’auto,
la madre Laura quando riceve la telefonata le piomba il mondo addosso, e no,
non solo per la sparizione della figlia ma perché, proprio tra quei boschi,
undici anni prima era stata ritrovata morta Sara, l’altra sua figlia.
La storia è raccontata
su diverse linee temporali, l’autore ci racconta tutto di questa famiglia, le
amicizie, i clienti dell’albergo “Il nido del pettirosso” ma anche dei ragazzi
non molto affidabili. La panoramica sulla loro vita è a 360 gradi e noi lettori
riusciamo a capire quello che stanno vivendo i protagonisti.
Lo sapete, io amo i
salti temporali, non so perché ma danno quel pepe in più alla storia, in questo
caso ho avuto la sensazione di non arrivare mai al dunque. Non ho trovato colpi
di scena che mi spingevano a voltare pagina, così come non sono rimasta
incuriosita dalla storia della scomparsa di Alice. Io volevo solo sapere cos’era
successo alla sorella Sara, il resto era passato in secondo piano.
All’inizio ho fatto
fatica a orientarmi tra i vari passaggi nel tempo, e ho avuto bisogno di un
rodaggio e arrivare a pagina 80 circa per entrare nella storia.
La scrittura è molto
asciutta e pungente. Ho amato le descrizioni di questi luoghi e davvero mi sono
immaginata di camminare tra quei sentieri.
Sono arrivata alla fine
con l’amaro in bocca, avrei preferito meno digressioni ma più suspanse e
mistero.
Voto: 3,5/5