lunedì 15 luglio 2024

LA NUOVA MAESTRA DI VALERIO MARRA

 

Trama: Frascati, Castelli Romani. Teo è il bambino più malinconico e riservato della classe. Le consorelle dell'asilo paritario Colomba Antonietti lo hanno accolto con affetto, ma lui non gioca e non esce quasi mai a ricreazione. Rimane al suo posto, osserva il mondo con fare stralunato e disegna ossessivamente. Giulia, la nuova maestra, si affeziona subito al piccolo: sente che a legarli è una consonanza, un'intesa speciale. Giorno dopo giorno, tuttavia, i disegni di Teo iniziano a farsi strani, poi inspiegabili, infine inquietanti. Nel frattempo, Giulia comincia ad accusare strani malesseri. Sembra stare sempre peggio: arriva a scuola in ritardo, è smemorata come mai le è accaduto prima e inizia persino ad accusare dolori lancinanti a cui non sa dare spiegazione. Suggestionata dalla recente perdita di Daniele, l'amato fratello, Giulia si convince che il suo malessere dipenda dall'influsso maligno di una statuetta che conserva a casa, rinvenuta nei pressi del sito archeologico di Tusculum, dove Daniele stava svolgendo un lavoro di ricerca. È un manufatto rarissimo, una raffigurazione in bronzo dell'eroe etrusco Telegono. Quando la statuetta dall'aspetto guerriero e gli occhi di fuoco diventa inspiegabilmente uno dei personaggi ritratti da Teo, Giulia crede di stare impazzendo. "La nuova maestra" è un thriller psicologico innovativo e perturbante, che racconta la discesa all'inferno di Giulia: un'ombra che ricorre nei disegni di Teo la sta inseguendo. Tra false piste e indizi ingannevoli, dovrà scoprire chi, tra le persone che le stanno attorno, vuole farle del male...

 

Recensione: Fremevo dalla voglia di scrivere questa recensione. Quando ho condiviso l’immagine della copertina sulla pagina, devo ammettere che ha destato parecchia curiosità. Vero, in tantissimi hanno pensato che la copertina fosse simile a un libro uscito due anni fa e lo so che state aspettando di sapere cosa ne penso.


Ci troviamo a Roma e Giulia riceve una telefonata dall’asilo Colomba Antonietti per sapere se vuole diventare la nuova mastra per una sostituzione maternità. Lei accetta senza problemi e quando inizia questa avventura si trova tra una miriade di bambini piccoli che la salutano con dei bellissimi disegni per darle il benvenuto.

Tra loro c’è Teo, un bambino che sta in disparte, non parla, che preferisce disegnare invece che giocare e saranno proprio i suoi disegni a catturare l’attenzione della maestra Giulia.

Quasi in modo impercettibile lei inizia a cambiare, fa spesso tardi a scuola, si addormenta a casa quasi senza rendersene conto e si dimentica facilmente le cose. Il suo primo pensiero è rivolto a una statuetta che il fratello deceduto, di nome Daniele, ha rinvenuto in un sito archeologico ma ben presto il lettore capisce che dietro a questa storia c’è qualcosa di più profondo…

Prima di tutto devo iniziare da un punto fondamentale, questo libro si legge molto velocemente. Un gira pagina che ti spinge a finirlo nel giro di qualche ora. Il mix perfetto tra storia e scrittura.

Ho apprezzato le descrizioni a inizio capitolo, permettevano in sole due righe a catapultarti in un luogo, a percepire un’emozione o anche l’atmosfera attorno a ai protagonisti.

Giulia è un personaggio che si trova in un limbo e si capisce la sua sofferenza e il suo camminare sulle uova ogni volta che qualcuno prova anche solo ad accennare alla tragedia che ha colpito la sua famiglia. Accetta un lavoro senza pensarci realmente, ha bisogno di qualcosa di nuovo e provare ad uscire dalla comfort zone potrebbe aiutarla moltissimo.

La storia è un parallelo tra la sua vita privata e quella lavorativa ma che alla fine si uniscono insieme.

Quello che ho apprezzato è stata anche l’evoluzione dei disegni di Teo. Se inizialmente avevano solo qualche elemento che poteva sembrare “strano”, man mano che si procede con la lettura e con le sensazioni amplificate di Giulia, i disegni diventano sempre più tetri. Ma perché un bambino dipinge queste cose. Vede qualcosa che gli adulti non riescono a percepire?




La cosa che mi è mancata è quel senso di “inquietudine” che mi aspettavo, i disegni e la statuetta dovevano mettermi quasi in soggezione come se ci fosse davvero qualcosa di sbagliato, ma non è accaduto. Non ho provato nessuna emozione negativa quindi poca suspense da questo punto.

Anche se sulla copertina c’è scritto Vietato ai minori, a dire la verità, non ho trovato nessuna scena davvero paurosa o che potesse suscitarla. Quindi state tranquilli, potete leggerlo tranquillamente.

Quindi, visto che in tanti mi avete chiesto se è uguale a Teddy io vi rispondo di no. La storia è raccontata in modo totalmente diverso. Nel primo libro l’autore ha dato maggior risalto alle emozioni cercando di trasmetterle al lettore. In questo libro invece, Valerio ha unito più elementi senza concentrarsi solo sulle emozioni.

Voto: 4,5/5