domenica 7 luglio 2024

IL VILLAGGIO PERDUTO DI CAMILLA STEN

Trama: Alice Lindstedt è una giovane regista di documentari costretta a barcamenarsi con la precarietà. C’è una storia, nascosta da qualche parte nelle crepe del passato, che la ossessiona da sempre. Nell’estate del 1959 il piccolo villaggio minerario di Silvertjärn è stato teatro di un evento inspiegabile: i suoi novecento abitanti sono svaniti nel nulla, lasciandosi dietro soltanto una città fantasma, il cadavere di una donna lapidata nella piazza del paese e una neonata di pochi giorni abbandonata sui banchi della scuola. Nonostante le indagini e le perlustrazioni a tappeto della polizia, non si è mai trovata alcuna traccia dei residenti, né alcun indizio sul loro destino. La nonna di Alice viveva nel villaggio, e tutta la sua famiglia è scomparsa insieme a loro. Le domande senza risposta sono troppe, e Alice decide di realizzare un documentario per ricostruire ciò che è realmente accaduto. Insieme a una troupe di amici si reca sul posto per i primi sopralluoghi: ben presto capiranno che non sarà così facile tornare indietro.

 

Recensione: i thriller soprannaturali stanno diventando un filone sempre più ampio, spesso piace il modo contorno in cui viene spiegato il finale oppure come delle semplici cose possono avere delle spiegazioni non sempre logiche.

Questo libro gira attorno ad un villaggio, Silvertjar. Qui vivevano dei minatori ma c’era tutto il necessario per sopravvivere, un negozio alimentari, un panificio, una scuola… e una chiesa. La comunità era molto unita e la chiesa era il fulcro delle loro vite, soprattutto domenicali.


Sembra tutto normale fino a quando, un giorno del 1959, tutti gli abitanti svaniscono nel nulla e viene ritrovato solo un corpo lapidato attaccato ad un palo.

Eppure in quel villaggio c’è un piccolo spiraglio, infatti una neonata è stata abbandonata tra i banchi della scuola.

Presente. Alice, una giovane studentessa, decide di girare un documentario proprio su questo luogo pieno di misteri, con lei ci saranno altri ragazzi ad aiutarla ma ben presto capiscono che non sono soli in quel luogo sperduto e dimenticato da Dio.

Ho amato questo libro, dall’inizio alla fine e ci sono tutti gli elementi per farlo. La storia viene raccontata su due filoni differenti, quella del presente, dove Alice e i suoi amici arrivano nel villaggio e organizzano tutto per girare le scene e scattare le fotografie, e il filone del passato.

La cosa bella che del passato non ci sono tantissimi capitoli ma il giusto necessario per conoscere le basi della storia, l’inizio della matassa che poi verrà pian piano srotolata nel presente.

Non ho trovato una forte caratterizzazione dei protagonisti anche se ognuno di loro ha una bella impronta e riuscirete facilmente a ricordarvi i loro nomi, ma forse questa è solo una mia sensazione perché la storia è talmente potente che volevo solo scoprire la verità e capire come, novecento persone, possono scomparire nel nulla.

Per tutto il tempo i protagonisti hanno la sensazione di essere osservati, vi dirò, mentre leggevo anche io ho provato quel brividino lungo la schiena. L’autrice è riuscita, anche con pochi elementi, a creare molte aspettative e a far sentire il lettore come parte integrante del gruppo.

Ad un certo punto, senza che nessuno se ne sia reso conto, tutto precipita, uno dietro l’altro iniziano ad accadere diversi fatti ma quello che si percepisce è che qualcuno non li vuole lì.

Il finale, per un certo senso ti lascia l’amaro in bocca, ma non perché sia deludente, assolutamente no, ma per un elemento preciso… chi lo leggerà, capirà.

Voto: 5/5