Trama: Elfo è l’ex protagonista di una saga fantasy. Evaso dal suo libro, è diventato commissario di periferia per sfuggire al proprio autore. Paranoico e sociopatico, funestato dagli attacchi di panico e dai ricordi della vita precedente, Commissario Elfo farebbe qualsiasi cosa pur di non ricadere dentro una trama. Tegolina è la ex protagonista di una fiaba lituana alla disperata ricerca di un autore poliziesco che le dia una chance. Insegue il cliché della poliziotta tosta, ma il suo passato e certe manie di protagonismo la fanno ripartire dalle retrovie. Il glaciale questore capo Bjorn Bjornson, eroe di una serie di romanzi svedesi di successo, la spedisce nel commissariato più antinarrativo della città, a fianco di Elfo, il più antinarrativo dei commissari. Quando muore un noto giallista e si fa largo un segreto che può rivoluzionare il mondo della letteratura, Elfo sa già che si tratta di una squallida trama da cui deve scappare il più lontano possibile. Ma in una città dove convivono persone e personaggi letterari, qualcuno, da qualche parte, scrive sempre. E nessuno è al sicuro.
Recensione: questa volta inizio l’anno con il botto… se volete leggere
questo libro, e vi consiglio di farlo, prendete tutto quello che sapete sui
gialli e sui protagonisti creati a stampino e buttateli in un angolino della
vostra mente. Tutto quello che leggerete in queste 400 pagine sarà una sorta di
esperimento che ogni lettore deve fare per capire che ci sono talmente tante
sfumature del genere giallo da perdere il conto.
Elfo, è il protagonista ma non è il protagonista. Mi spiego, lui è quel
personaggio fantastico che vediamo sempre, in ogni pagina ma lui non vuole
essere assolutamente definito protagonista perché sta scappando proprio da
questo.
Nella prima parte del primo capitolo pensavo di essermi imbattuta in un
fantasy puro alla Tolkien, invece no, mi bastano giusto 4 pagine per ritrovarmi
in un limbo creato dall’autore dove i
personaggi fantastici si incontrano. Hanno caratteristiche classiche ma sono alquanto
eccentrici.
Elfo è davvero elfo, ha le orecchie lunghe ma non è felice e combattivo
come quelli che abbiamo incontrato al cinema o in qualche bel libro, lui soffre
di attacchi di panico, è pessimista e vuole solo un lavoro normale. Lui non
vuole comparire nelle pagine di nessun libro ma vuole soltanto il classico
lavoro ordinario.
Ah, dimenticavo, sapete qual è il suo nome? Terenss’II. Un gioco di
parole che mi ha portato subito a pensare all’attore. Voluto o no, mi ha fatto sorridere.
Questo libro è una stretta di mano tra un fantasy e un giallo, unione molto
ben riuscita grazie alla scrittura di Targhetta.
Qui i dialoghi non hanno filtri e sono perfetti per Elfo perché sono
spudoratamente vicini alla realtà. Bastano davvero poche righe per ritrovarsi
in un mondo nuovo, che nessun lettore è abituato a vedere e questo spinge a
leggere, a voltare pagina e a scoprire tutto. Sì, perché più leggi e più hai
voglia conoscere sempre di più questi strambi personaggi.
Una cosa che ho apprezzato tantissimo sono alcune descrizioni:
“In strada lo aspettava la pioggia. Elfo la
ascolta finché non diventa il rumore di migliaia di dita che premono su
centinaia di tastiere.”
Oppure
“La voce sembrava nascere da qualche parte in
una fabbrica dell’addome dove, prima di farla uscire dalla gola, la
inspessivano e rinforzavano con barre d’acciaio.”
Poche righe per rendermi conto che quello che ho letto mi ha fatto
davvero percepire il suono descritto. Magico.
Questo libro davvero lo consiglio a tutti perché diverso da tutto quello
a cui siamo abituati, una scoperta fantastica e sono davvero felice di averlo
letto.
Voto: 4,5/5
Consigliato: Assolutamente sì!